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22 Febbraio 2016 , ,

Hinds LEAVE ME ALONE

2016 - Lucky Number
[Uscita: 08/01/2016]

Spagna   #consigliatodadistorsioni     

 

Leave me alone coverGuardi quei simpatici visetti sulla copertina del disco e pensi che le Hinds vengono dai soliti States, magari dall'assolata California. E invece le quattro fanciulle sono spagnole, madrilene per la precisione e cantano con una buona pronuncia inglese. E' sorprendente il battage pubblicitario intorno a questo album di debutto, "Leave me alone", che esce giusto a inizio 2016, quasi a cogliere di sorpresa l'agguerrita concorrenza.

Nel web si leggono già commenti come "quattro ragazze che sanno perfettamente quello che vogliono", "scrivono testi così amorevoli che le indosseresti al posto delle tue sneakers preferite", "una boccata d'aria fresca" per concludere con "il loro garage rock è quanto di più divertente abbiamo ascoltato da anni". Non vorremmo trasgredire ad una tale quantità di elogi e raffreddare entusiasmi, ma onestamente il disco delle spagnole non è altro che un divertente e innocente debutto. Sono in attività dal 2010 ma solo adesso sono arrivate all'agognato debutto discografico dopo una felice apparizione (senza avere dischi sul mercato!), al famoso (e glorioso) Festival di Glastonbury. Le uniche cose si potevano trovare sul solito Bandcamp, nel 2014 infatti c'erano stati due singoli, Bamboo, presente anche nell'album al pari di Castigadas en el granero, titolo che più esplicito non si può.

 

Quando si formarono si chiamavano Deers ma sembra che ci fosse un gruppo canadese che aveva un nome simile e quindi lo hanno mutato in Hinds. Sono state le  due giovanissime Carlotta Cosials, canto e chitarra e Ana Garcia Perrote, che pure canta e strimpella una Gibson Sg verde, a iniziare l'avventura. In seguito si sono aggiunte  HINDSAdelaida Martin al basso e Amber Grimbergen alla batteria. Sono bastate poche apparizioni sulle pagine di NME e Pitchfork per avere una attenzione da parte dei mass media davvero incredibile.

Al primo impatto di "Leave me alone" sembra di trovarsi di fronte a quei demotape che i gruppi emergenti spediscono alle principali etichette in giro per il mondo nella speranza che qualcuno gli regali un ascolto. Il suono è talmente scarno, volutamente lo-fi , che le quattro madrilene sembrano non avere mai imparato a suonare i loro strumenti. Delle vere dilettanti allo sbaraglio. La forza delle Hinds, se così si Hinds 4può dire, si può ricercare allora nelle armonie vocali, tipicamente adolescenziali e senza troppe raffinatezze di sorta. Niente a che vedere insomma con gruppi più solidi e celebrati come le Pandoras o le stesse Bangles che curavano le voci nei minimi dettagli.

Nè si può parlare di puro garage-rock intanto perché le spagnole non sembra siano ferratissime sull'argomento; poi perché il suono non ha quella struttura grintosa caratteristica del genere che ebbe tanta fortuna nei sixties e negli eighties. In fase di produzione le voci sono state registrate, molto astutamente, in modo che fossero in primo piano, sotterrando di fatto la modesta base strumentale. Cercando insomma di mascherare gli evidenti limiti tecnici delle ragazze, che come sottolineano nelle interviste, sono solite iniziare a suonare completamente ubriache. 

 

E in effetti l'impressione è proprio quella, sono talmente sgraziate, spesso stonate e fuori sincronia da sembrare appena uscite ciondolanti da un bar di Madrid. Però in fondo trasmettono simpatia e questo Leave me alone può essere un disco che può hinds studiopiacere alla media dei suoi potenziali ascoltatori senza annoiare più di tanto. L'inizio di Garden è carino e accattivante, gli intrecci vocali delle fanciulle madrilene avvincono così come il simil blues stralunato della successiva di Fat calmed kiddos con la parti strumentali lo-fi ridotte ai minimi termini. La poppeggiante Warts potrebbe  funzionare benissimo come singolo mentre le già edite Castigadas en el granero  e Bamboo sfiorano entrambe i 5 minuti: al pari della stessa San Diego se avessero in dono qualche hinds-artistgrammo di grinta in più potrebbero rientrare nella summenzionata categoria garage-punk. 

Fra le migliori scritture delle spagnole ad ogni buon conto. Quelle di Leave me alone sono in fondo canzoni che non sfigurerebbero affatto in quelle belle antologie chiamate "Girls in the Garage" che giravano negli anni ottanta per la Romulan Records, in cui si respirava innocenza e voglia d'emergere da parte delle giovanissime musiciste. Le Hinds non sono certamente "the next big thing", ma aldilà di qualche ingenuità e incertezza di troppo Leave me alone lo ritroveremo spesso a girare nel lettore. Hasta la proxima muchachas.

 

Voto: 7/10
Ricardo Martillos

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