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Valeria Sturba Le Cose Strane

2024 - La Musica diSturba
[Uscita: 10/05/2024]

Reduce dalla strepitosa tre giorni del festival “Su la testa” di Albenga (Organizzazione Associazione Culturale Zoo) giunto alla sedicesima edizione e dedicato alla canzone d’autore nelle sue diverse sfaccettature, il vostro cronista, ponendosi all’ascolto de “Le Cose Strane” di Valeria Sturba, non ha potuto fare a meno di pensare di quanto la cantante, polistrumentista e compositrice avrebbe riscosso i favori del pubblico, di critica e di organizzatori se vi avesse partecipato proponendo questo suo primo album di estremo valore e originalità. Conoscevamo Valeria Sturba come metà del duo thereminico OoopopoiooO (già recensito in passato su queste pagine) con Vincenzo Vasi che nonostante virtuoso del theremin qui ritroviamo in veste di bassista, batterista e vocalist, ma in questo breve e intenso album (35 minuti),"Le Cose Strane", Valeria, al di là dei diversi e validissimi collaboratori, se la canta (magnificamente) e se la suona (una dozzina di strumenti tra i quali ovviamente il theremin e il violino dei quali è una virtuosa) da protagonista principale proponendo una decina di “canzoni” immaginifiche tra avanguardie, sperimentazioni, influssi di musica colta e canzone d’autore in una sorta di cantautorato progressive con quest’ultimo termine da intendere nella sua accezione più alta. Ecco quindi che la liricità di Mille o di Antiamore pur non raggiungendo le vette sopranistiche di Donella del Monaco, ricorda i lontanissimi Opus Avantra degli anni ‘70, mentre Lyrya è una sorta di ninna nanna pseudo gotica che piacerebbe a Tim Burton. La title-track gronda invece di umori rock con un rifferama costante quasi hard procurato da un violino elettrico con distorsore a guisa di chitarra, Ma Tu Non Sei Giovanni è un minuetto trasversale tra voci maschili e femminili, Epiloghi mette in scena un certo rumorismo, mentre VIII Agosto entra, inconsapevolmente crediamo ma meravigliosamente, nella stessa via dei fantastici Oteme, l’ensemble di Stefano Giannotti tra le realtà più innovative e interessati dell’attuale panorama musicale italiano. Oltre la valorosa musica dagli arrangiamenti arditi, Sturba si concede dei testi originalissimi tra il fantastico e il surreale e tra l’onirico e l’ermetismo (Occhio, oltre i brani citati) con finale col mantra ripetuto “si salvi chi può si salvi” nella conclusiva L’Isola Di Carillon. Per quanto riguarda il mai abbastanza osannato festival “Su la testa” di Albenga c’è da aspettare un lungo anno per la prossima diciassettesima edizione. A quel tempo Sturba avrà magari pubblicato un nuovo album, chissà… magari gli organizzatori potranno fare un pensierino su un’eventuale sua partecipazione al festival, chissà… e in quel caso si potrà apprezzare l’artista anche dal vivo oltre che a godere auricolarmente di questo bellissimo album, chissà…

Voto: 8/10
Maurizio Pupi Bracali

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