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8 Dicembre 2014 , ,

Einstürzende Neubaten LAMENT

2014 - BMG
[Uscita: 07/11/2014]

Germania                                                                 # Consigliato da Distorsioni

lamentDopo la folk band inglese Show of Hands che con il suo “Centenary: Words and Music of the World War” ha riproposto liriche e musiche della Grande guerra, e i Tindersticks che hanno pubblicato “Ypres”, la colonna sonora per il Museo della guerra della cittadina belga, tocca ora ai berlinesi Einstürzende Neubaten confrontarsi con il centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale, e lo fanno a modo loro, con un disco duro e disturbante, sul quale il senso della catastrofe incombe anche nei momenti più ‘leggeri’. “Lament” è opera imponente, sia per la sua durata, 73 minuti, sia per la complessità e la vastità del materiale di cui è composta. Bargeld e compagni hanno costruito un maestoso collage di materiali disparati da loro poi adattati, rielaborati per formare un grande e drammatico affresco della Grande guerra. Senza enfasi, senza retorica, ma con la lucida consapevolezza che in quell’evento albergano e trovano alimento i germi che sfoceranno nelle dittature nere e nell’abisso della Seconda guerra mondiale. L’opera nasce innanzitutto per la performance e l’installazione commissionata alla band dalla città di Diksmuide, il disco ne è la testimonianza, ma evidentemente il suo godimento e la sua comprensione migliore si hanno dal vivo, e l’impianto teatrale affiora inevitabilmente in più punti, ma senza intaccare la qualità e la fruibilità di questo concept.

 

ein1I vari brani che la compongono affrontano la tematica secondo diverse prospettive: la ferocia della guerra nell’iniziale Kriegsmaschinerie, terribile accozzaglia di rumori, raffigurazione sonora dell’orrore disumanino e disumanizzante del conflitto, o nell’implacabile e funerea  marcia In De Loopgraaf solo dure percussioni sul testo del 1916 del poeta pacifista Paul van den Broeck o nella raggelante Der Beginn des Weltkrieges 1914 in cui la voce di Bargeld si storpia in distorte emissioni animalesche, puro espressionismo; la boriosa e tronfia retorica nazionalista in "Hymnen", collage degli inni nazionali britannico, canadese e tedesco o nella splendida e corrosiva dance ein2anarchica di "The Willy - Nicky Telegrams"  il cui testo è costituito dai telegrammi che lo zar e il kaiser si scambiarono durante la guerra interpretati rispettivamente da Bargeld e  Alexander Hacke con le voci alterate dal vocoder, il risultato è una feroce ironia che tritura qualunque retorica militarista; Der 1. Weltkrieg (Percussion Version)  scandisce con ritmo matematico i vari momenti della guerra e i nomi delle nazioni coinvolte e delle principali battaglie;  On Patrol In No Man's Land e All Of No Man's Land Is Ours raccontano la storia del reggimento degli Harlem Hellfighters, formato da afroamericani che nessun ufficiale bianco riteneva dignitoso comandare. 

 

Completano il quadro originali interpretazioni di brani di Pete Seeger, Sag Mir Wo Die Blumen Sind è la versione tedesca cantata da Marlene Dietrich di Where Have All The Flowers Gone, ancora di Paul van den Broeck, Achterland, e How Did I Die?, ispirato a un testo antimilitarista dell’autore umoristico Kurt Tucholsky. Ma il clou dell’opera è la trilogia che dà il titolo all’album. Gli Einstürzende Neubaten lasciano qui da parte il noise: nel primo movimento, Lament, su organi profondi e cupi, un coro dagli accenti tragici basato su dueein3 sole parole, 'Macht, War' (potere e guerra, ma anche fare la guerra) rende il tutto sommesso e raccolto. Il secondo movimento, Abwärstsspirale, è un pattern basato sui numeri 1-9-1-8, ma è nel finale di Pater Peccavi che la drammaticità raggiunge il suo apice nell’affollarsi delle registrazioni delle voci di prigionieri di guerra di varie nazionalità, l’effetto è estremamente toccante e realistico. Lament ha la capacità di racchiudere la complessità del fenomeno e le stratificazioni culturali, filosofiche, politiche chela Grande guerra ha provocato. Le sue fonti di ispirazione non sono solo musicali, ma traggono linfa vitale dalla cultura tedesca fra le due guerre, il cabaret di Weimar, l’espressionismo pittorico e cinematografico, Otto Dix, la satira di Georg Grosz, i libri di Remarque, e dalla tradizione dei movimenti pacifisti Gli EN ci danno così uno dei più potenti e consapevoli  atti d’accusa contro il militarismo e la retorica della guerra, siamo tutti disertori!!

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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