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18 Settembre 2015

Battles LA DI DA DI

2015 - Warp Records
[Uscita: 18/09/2015]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni    

 

battles CoverSono passati più di vent’anni da quando si è affermato quel genere che Simon Reynolds definì post rock, da alcuni amato, da altri meno, che fece riscoprire agli amanti del rock alternativo il gusto per la tecnica strumentale. Mostri di tecnica erano senz’altro i chicagoani Don Caballero, poi scioltisi per dare vita ad altre esperienze. Tra queste i Battles del chitarrista Ian Williams sono quelli che hanno generato più aspettative, che soddisfano ampiamente con questo terzo album dal titolo onomatopeico “La di da di”.  

Un disco dove rinunciano totalmente all’uso della voce, peraltro mai usata in maniere canoniche, ed esprimono una maggiore tensione verso la sperimentazione, poiché - dichiara Williams - oggi se ne fa poca, e se andasse altrimenti i Battles percorrerebbero la strada del pop. Non si tratta comunque di sperimentazione estrema: il disco presenta una musica tutto sommato orecchiabile, persino allegra, lontana dall’intellettualismo di certo indie rock.

 

È un lavoro molto minimale, dove le chitarre o i sintetizzatori, suonati sempre da Williams, tessono trame semplici e ripetitive accompagnate dal virtuosistico drumming, ora tribale, ora geometrico, dell’ex Helmet John Stanier. Esemplare il brano di apertura The Yabba: si comincia con una serie di rumori atmosferici che si fanno sempre più ossessivi, fino a battlesdiventare il pattern ritmico su cui è la batteria, principalmente i tom, a fungere da strumento solista. Quindi il brano assume una struttura più tipicamente rock, con la chitarra che sale al proscenio, e la batteria che si produce in raffinati giochi ritmici.

L’assenza di una voce solista non si sente per nulla: la struttura dei brani, molto elaborata, con cambi al proprio interno di ritmo e costruzione melodica, fa sì che l’ascolto sia assolutamente godibile. La tecnica dei musicisti, che come abbiamo già scritto è strabiliante, non è però mai fine a se stessa, anzi i tre Battles riescono quasi a farla passare in secondo piano. Se fossimo maniaci delle etichette potremmo definire questo album “avantgarde-pop”, specie nei brani più concisi come Cacio e pepe o Dot com, che rammentano i Mouse on Mars più giocosi, mostrando come il kraut rock (gli stessi Kraftwerk non sono distanti) sia influenza decisiva per il post rock tutto. Ancora una volta, siamo sicuri che i Battles, con questo disco, saranno presenti in tutte le playlist di fine anno.

Voto: 8/10
Alfredo Sgarlato

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