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2 Gennaio 2013

The Velvet Underground LA CAVE 1968 – PROBLEMS IN URBAN LIVING

2012 - Keyhole Records
[Uscita: 29/11/2012]

velvet undeground caveQuando un 'malato' di Velvet Underground scopre che c’è una nuova uscita discografica (ma è ancora il caso di usare questo aggettivo?), diciamo sonica, riguardante la band americana è difficile possa resistere dal procurarsela in ogni modo per capire di cosa si tratti, quasi ci si aspetti di carpire un particolare o una sfumatura nuova del loro sound. Gli ultimi mesi del 2012 non sono stati avari in materia, e proprio prima dello scoccare del 2013 incrocio in rete questo live “Velvet Underground – La Cave 1968” che reca il sottotitolo allettante “Problems In Urban Living”, registrato nei primissimi giorni di Ottobre di quel fatidico anno nel club La Cave di Cleveland, Ohio, nella prima di tre notti di concerti in quella città. Qualche ricerca di prammatica per inquadrare la novità e si scopre che di novità proprio non si tratta, ma di un bootleg su vinile uscito per la prima volta nel 1996 per la Scorpio Gold Standard Records, ristampato a fine novembre del 2012, sempre anche in vinile, dalla Keyhole Records. 

 

Prima di entrare nel dettaglio dell’incisione, è doveroso dire che diventa un mistero, una volta ascoltati pazientemente – ed anche con un certo masochismo - i  suoi 76 minuti, il criterio che ha determinato questa ristampa, se non uno puramente collezionistico o feticistico (che può anche essere valido, non lo discutiamo!), vista la pessima qualità audio di “La Cave 1968 - Problems In Urban Living”, nonostante sia 'digitally remastered'Lo scotto auditivo che si paga, per essersi fatti affascinare dalla bellezza oscura, tutta suburbana della foto della band riportata in copertina, è decisamente alto;  trattasi a tutti gli effetti di un bootleg registrato – chissà con quali mezzi di fortuna – malissimo: il suono è fortemente ovattato, confuso, in sottofondo, levelvet cave evoluzioni/improvvisazioni intrecciate delle chitarre di Lou Reed e Sterling Morrison chiare solo a tratti,  godibili con molto sforzo, le frequenze della chitarra basso di Doug Youle troppo in evidenza e rimbombanti, la voce di Lou Reed decisamente in secondo piano, se non flebile nei momenti peggiori.

 

Dei dodici brani pochissimi risultano appena più accettabili: I Can’t Stand It, What Goes On, Move Right On ed un po’ Waiting For The Man e Foggy Notion. Purtroppo quello messo peggio con i suoi 10:38  é proprio Sister Ray, l’incredibile ‘malato’ ed ambiguo tour de force che rende così border-line il secondo lavoro in studio dei Velvet Underground, “White Light White Heat”, uscito per la Verve il 30 Gennaio 1968. Bisogna ricordare però quanto sia mediocre se non bassa anche la qualità audio di altri bootleg più o meno ufficiali del Velvet Underground, compreso il famoso “Live At Max’s Kansas City” (1972, Atlantic) registrato il 23 Agosto 1970, che appare appena decente. Il migliore documento live dei V.U., che ne rende appieno l’energia minimale ed ipnotica sui palchi, rimane senza ombra di dubbio il doppio vinile 1969: Velvet Underground Live with Lou Reed”, registrato tra Dallas e San Francisco, e pubblicato cinque anni dopo, nel 1974, in contemporanea con lo storico “Rock’n’ Roll Animal” di Reed, che aveva già inciso tre album solisti.

 

Detto ciò, nonostante tutti i limiti suddetti, si intuisce ugualmente in “La Cave 1968”  quanto fossero geniali e seminali  le evoluzioni strumentali dei quattro in concerto, sinistramente espanse e cariche di una sensibilità psichedelica assolutamente ‘urbana’ e velvetconcreta, mai persa in voli pindarici fini a se stessi: i concitati quasi undici minuti di Foggy Notion e gli otto di I Can’t Stand It  ne sono chiarissima cartina al tornasole. Waiting  For The Man invece subisce un curioso trattamento alla camomilla, o se preferite assume un sedativo, allineandosi alle elegiache Pale Blue Eyes e Jesus, che di lì a poco sarebbero apparse per la prima volta sul terzo omonimo lavoro in studio “The Velvet Underground” (1969, Verve), insieme ad altre tre songs presenti in “La Cave 1968”What Goes On, Beginning To See The Light e Story Of My Life. 

 

Un dato storico importante di questo bootleg è che si tratta del primo concerto d'inizio Ottobre ‘68 con Doug Youle al basso - era nella band da appena due giorni - invece di John Cale, dimissionario già dall’estate di quell’anno, dopo che a seguito di  accentuati contrasti di ego-personalità il narcisista ad oltranza Reed aveva posto alla batterista Maureen Tucker ed al chitarrista Sterling Morrison un preciso aut-aut: la condizione affinchè lui restasse nella band era che Cale fosse fuori, ed i due pur a denti stretti accettarono.  Aggiungono le note di copertina - lo riportiamo per dovere di cronaca - che nonostante la line-up fosse freschissima la performance immortalata è superba con una serie di soli chitarristici notevoli, rappresentando un documento essenziale per i devoti ai V.U., a patto che (aggiunge chi scrive) si accettino tutti i limiti su riportati. Ebbene sì miei cari: la storia del rock è frutto anche di ‘fattacci’ come quello accaduto tra Reed e Cale, ma  poi se si fa mente locale su quello che le due incompatibili prime donne avrebbero prodotto artisticamente da solisti, una volta abbandonati i Velvet Underground, si può concludere tranquillamente che non tutto il male viene per nuocere.

 

 la cave

Tracklist

 

1. Move Right In (2:41) *
2. I Can't Stand It (7:58) *
3. What Goes On (5:27)
4. Waiting For The Man (6:08)
5. Pale Blue Eyes (7:36)
6. Foggy Notion (10:54)
7. Heroin (7:18)
8. Jesus (5:26)
9. Venus In Furs (4:13)
10. Beginning To See The Light (6:30) 
11. Sister Ray (10:38)
12. Story Of My Life (1:57)

 

Pasquale Wally Boffoli

Video

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