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22 Marzo 2023 ,

She Owl Invisible Heart

2023 - Autoproduzione
[Uscita: 22/01/2023]

Invisible Heart” è il terzo album in dieci anni del duo composto da Jolanda Moletta e Demian Endian, in arte She Owl, e arriva dopo otto anni dal meraviglioso “Animal Eye”, anni riempiti da moltissimi concerti in giro per l’Europa, dal bellissimo ep “Drifters”, ma anche dal vuoto angoscioso del lockdown. Il disco è stato registrato e scritto fra San Francisco, Berlino, Berna e Mondovì, ed è soprattutto questa località che ha lasciato la sua impronta, per Jolanda e Damien è infatti un ritorno a casa dopo un decennio nomade, è dall’Odissea che sappiamo quanto il tema del ritorno sia esperienza difficile e contraddittoria, come ci si possa sentire smarriti e incerti, «we need a little bit of time to find our home» recita non a caso l’incipit della title track che prosegue con «in an istant we stumble». Protagonista del disco è senz’altro l’affascinante voce di Jolanda Moletta sempre più fuligginosa, scura, ha in sé qualcosa di misterioso e oscuro che ti strega come un canto notturno di sirene, o meglio di civette, crea un clima emotivo ora fiabesco, ora inquieto suscitando sensazioni intense e al tempo stesso sfuggenti, le sue tonalità sono in chiaroscuro, sfumate, ma non meno decisive per la riuscita del disco sono le atmosfere suggerite dagli arrangiamenti, qui protagoniste sono le tastiere, il piano e le chitarre che creano un suono delicato, avvolgente in cui folk e dream pop incontrano suggestioni ambient. A volte ci sembra di essere trasportati in un’altra dimensione (Gold) o di essere ammaliati nel vortice emotivo causato dalle sfumature della voce di Jolanda (In Your Eyes), mentre Falling Star ci conduce verso atmosfere da terre iperboree con la chitarra di Demian che evoca grandi spazi sperduti perché «Sorry I couldn’t mend your heart». L’emozionante Still Beauty vibra dell’incertezza e del tremore che sempre accompagna l’amore, Strangers è evocativa ed enigmatica e ci riporta al tema contraddittorio del vagare perché «imparmanence is a beautiful disgrace», la leggiadra dolcezza del dream pop di Gone With the Night e la minimale e spettrale Ghosts ci conducono all’impalpabile oscurità della title track che chiude questo incantevole viaggio poetico che scava dentro l’intimità di sentimenti ed emozioni indefiniti, contraddittori, sfuggenti che albergano dentro l’animo umano. Il disco, come tutti i precedenti è cantato in inglese e vede stavolta la partecipazione del bassista Anello Gustav, del percussionista Christian Schoenholzer e del batterista George S. Rosenthal e si candida sin da ora come uno degli album migliori e più affascinanti dell’anno.

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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