Migliora leggibilitàStampa
18 Gennaio 2014 ,

The New Mendicants INTO THE LIME

2014 - One Little Indian
[Uscita: 20/01/2014]

into-the-lime# Consigliato da Distorsioni

 

The New Mendicants nascono dall’incontro fra Joe Pernice dei Pernice Brothers, e Norman Blake dei Teenage Funclub, a loro si è aggiunto il batterista Mike Belisky. I due si erano conosciuti per un concerto a Londra nel 2.000 e avevano finito per familiarizzare chiacchierando del pericolo che una rielezione di Bush avrebbe rappresentato, ma poi si erano persi di vista. Dodici anni dopo i due si sono ritrovati a Toronto, città dove si era trasferito lo scozzese, e da lì è nata questa collaborazione, che già questa estate aveva prodotto un primo ep, “Australia”, dagli esiti decisamente positivi. Ora questo “Into The Lime” conferma quanto di buono avevamo ascoltato nel disco di esordio. Vero che da due musicisti come Joe Pernice e Norman Blake con alle spalle due carriere di tutto rispetto era lecito aspettarsi qualcosa di buono, ma, come sa chi segue le vicende del rock, non sempre l’alchimia sonora in casi come questo riesce.

 

Ed ecco invece un album di ottimo pop dal delizioso sapore vintage, un omaggio ai sixties in una sintesi che viaggia fra la California dei Byrds e l’Inghilterra dei Beatles, nulla di particolarmente nuovo si dirà e a ragione, ma se alla musica non chiedete solo sperimentalismi e novità più o meno sconvolgenti, ecco che qui troverete dieci piccole gemme pop che brillano di grazia compositiva e di un’impeccabile esecuzione. Canzoni venate di malinconia e di amarezza come quel piccolo capolavoro che è A Very Sorry Christmas, nel quale si parla di delusione e di sconfitta; mentre le chitarre accompagnanoNorman Blake and Joe Pernice con brio il canto il testo ci narra di una triste notte di Natale: «Oh notte silenziosa, notte colpevole…sto portando una croce, tu non ci vuoi credere». Delle altre sette songs tre erano presenti già in “Australia”, declinando con grazia e malinconia un pop di squisita fattura con rimandi - oltre ai gruppi già citati sopra - ai Big Star e ad Echo And The Bunnymen. Completano la tracklist By The Time It Gets Dark, cover riuscita di Sandy Denny, ma che in alcuni momenti ricorda Cat Stevens e la sorprendente Lifelike Hair, posta alla fine della scaletta, che ci porta in un territorio molto diverso: qui le chitarre si fanno più acide e il suono abbandona le atmosfere malinconiche folk per orientarsi verso un suono più duro e urbano che suona come un omaggio al mondo contorto  e torbido dei Velvet Underground. In conclusione un album gradevole che vi farà buona compagnia nelle scure sere invernali.

 

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

Audio

Inizio pagina