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7 Ottobre 2021 ,

NichelOdeon/InSonar & Relatives INCIDENTI-Lo Schianto

2021 - Snowdonia Dischi
[Uscita: 11/09/2021]

Di Claudio Milano, geniale e proteiforme artista/compositore/vocalist/performer tra i più intriganti nel panorama sperimentale italiano, potremmo scrivere a occhi chiusi, visto il giusto spazio dedicatogli su Distorsioni da tempi immemorabili. Le sue ‘creature’, NichelOdeon, InSonar, Radiata5, sono state da noi ospitate da gran tempo con grande soddisfazione. Al di fuori degli schemi prestabiliti da un sistema musicale, quale quello dell’italico stivale, per la più parte ottuso e bigotto, Claudio ha sempre perseguito una sua peculiare concezione dell’accadere musicale, come evento parmenideo, con estrema coerenza e inconcusso rigore, pur nella variegata spettrografia di riferimenti culturali e (dis)armonici. Voce tra le più prodigiose della scena underground, (quando underground stia per battito cardiaco inestinguibile della Terra ctonia delle origini), Milano ha sempre saputo circondarsi della crema dei musicisti italiani di questo peculiare settore. Anche qui, in questa ‘summa theologica’ senza apparenza divina, il Nostro riesce a imbastire un’avventura vocal-sonora dalle tinte ecumeniche. “INCIDENTI-Lo Schianto”, è un viaggio innanzitutto mentale, esoterico, prima ancora che musicale. Impossibile dar conto per intiero dei credits, della line-up di cui Claudio qui si avvale: Paolo Tofani, Vincenzo Zitello, Coucou Sèlavy, Dalila Kayros, Raoul Moretti, Erica Scherle, su tutti. Un’opera ai limiti dell’esaustività, già a partire dal segmento inaugurale Non Esistono, voce come proveniente da arcani avelli, sotto un ordito sonoro tra il progressive e l’impianto dodecafonico, e proseguendo per la rivisitazione in chiave splendidamente sperimentale di un classico di Peter Hammill, formidabile leader dei leggendari Van Der Graaf Generator, Variations On Jargon King. Superba la linea de Il Barbiere Degli Occhi, con l’intersecarsi di una dozzina di stilemi musicali, sotto il dominio vocale del leader, capace di assurgere ora a cantore di strada, ora a raffinato interprete di atmosfere rarefatte e poetiche. L’Ultima Sigaretta (Fantasmi Ad Argun), rilascia un’aura ebbra di suggestioni esoteriche, su un morbido tappeto vocale e l’incrocio di strumenti agonizzanti e tuffati in un gorgo abissale. Il rinvio a riferimenti cari a Thomas Mann, in Idiota-Autoritratto (Tadzio’s Death) disegna iperboli nell’aria, mentre uno dei momenti pulsanti, genialmente sarcastico, è rappresentato dal frammento di “Ho Gettato Mio Figlio Da Una Rupe Perché Non Somigliava A Fabrizio Corona”, miscellanea di musica d’avanguardia e progressive, sotto l’imperio della voce di Claudio che si staglia sovrana. Così come un intersecarsi di musica classica contemporanea, impulsi sperimentali, pulsioni da avant-teatro brechtiano, è esemplato da Nyama. Il soffio provocatorio e ustorio di uno Schönberg sembra omni-pervadere il tessuto caustico di La Montagna E Il Trono, mentre la chitarra di Daniele Onori, in Viae Di (s) PHjga disegna la linea del giusto epicedio che getta fuochi di ghiaccio nel regno delle ombre perenni. Capolavoro.

Voto: 8.5/10
Rocco Sapuppo (Direttore Editoriale)

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