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8 Novembre 2015 ,

Editors IN DREAM

2015 - Play It Again Sam Records
[Uscita: 02/10/2015]

Inghilterra

 

Editors_In_Dream_2015Editors, arrivati al loro quinto album con questo “In Dream”, non hanno mai nascosto le loro influenze post-punk fatte di rimandi a Joy Division, U2, R.E.M. etc… ma, soprattutto dal terzo album “In This Light and on This Evening” hanno dato una svolta più elettronica (cosa già accaduta ad altre band del genere, basti prendere ad esempio i Placebo e gli Interpol) andando ad enfatizzare più l’aspetto introspettivo rispetto a quello di un maggior impatto sonoro.
Questo nuovo lavoro, sin dalla iniziale No harm ci fa capire chiaramente che le chitarre di Bullets, No sparks e Blood sono un lontano ricordo e, onestamente, nella versione elettronica, la band di Tom Smith perde molto del suo fascino oscuro, che ritorna invece nelle atmosfere più rock di Ocean of night (decisamente di ispirazione National) con la partecipazione di Rachel Goswell degli Slowdive. Ritroviamo la Goswell  anche in The Law dove Smith lascia il volante nelle sue buone mani facendoci apprezzare nuove sfumature sognanti , in At All Cost e in Oh my world, presente nella deluxe edition che presenta altri sei brani di cui almeno un paio avrebbero potuto tranquillamente essere nella release “classica”.
La risultante è una elettronica a metà tra le esagerazioni di “In This Light and on This Evening” e le virate rock che avevano contraddistinto “The Weight of Your Love, il tutto arricchito dagli archi (Salvation), strumenti acustici e cori melodici.

 

editors1La sensazione generale è che la band di Birmingham sia andata alla ricerca di una sintesi tra la forza di “The back room” e l’oscurità sincopata di “In This Light and on This Evening e che sia riuscita abbastanza bene. Quello di cui si sente la mancanza e il singolone trainante, allaSmokers outside the hospital room o Papillon per intenderci.

La voce calda e potente di Tom Smith percorre tutti i cinquantun minuti del disco raggiungendo il suo apice nei  7:45 minuti finali di Marching orders, il miglior brano del disco. Episodi come No harm e Life is a fear sono di ottima fattura (e non a caso scelti come primi singoli) ma manca quel qualcosa di davvero epico e memorabile. Questo disco pone Tom Smith e soci (ormai diventati in pianta stabile un quintetto dopo editorsl’abbandono di Chris Urbanowicz sostituito da Justin Lockey ed Elliott Williams ormai membri stabili della band che però dimostrano che non sempre il cambio 2x1 è vantaggioso) sulle tracce di un synth-pop alla New Order. Dove però questi dimostrano ancora oggi di riuscire a proporre questo sound in maniera fresca ed originale gli Editors sembrano ancora alla ricerca della formula perfetta).

Insomma gli Editors continuano il loro schizofrenico percorso alla ricerca di una identità che non sia da band fotocopia dei Joy Division per pochi eletti, ma neppure  il pop sbragato dei Coldplay in nome di un successo su vasta scala. Considerando che questo è il loro quinto lavoro in dieci anni di carriera, verrebbe da dire che forse lo sforzo doveva essere maggiore. Intendiamoci, non è un brutto disco questo In dream,  ma manca quel qualcosa che lo renda un disco da ricordare.

Voto: 6.5/10
Ubaldo Tarantino

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