Migliora leggibilitàStampa
23 Aprile 2020 ,

Jarboe Illusory

2020 - The Living Jarboe / Consouling Sounds
[Uscita: 17/04/2020]

Come un’apparizione epifanica, di quando in quando la signora La Salle Deveraux, solamente Jarboe per il mondo, riaffiora al regno sublunare. Cantante sublime con alle spalle una carriera con una delle band più apocalittiche della storia del rock, gli Swans dell’ex compagno, lo stregone pallido Michael Gira, e un catalogo solista, frastagliato e ineguale, tra autoproduzioni, collaborazioni innumerevoli, lavori realizzati solo su audiocassetta, licenzia ora per la Living Jarboe, via Consouling Sounds, questo suo ultimo disco, “Illusory”. Sette frammenti di pura catabasi, una discesa nei territori della psiche dove dormono il loro sonno ancestrale creature generate da un Io lacerato. Un album oscuro, un poema delle tenebre, in cui la voce di Jarboe irrompe come un’alba in madreperla sopra il velluto nero di notti infinite. Da Illusory, voce ispiratissima su un ordito lieve di strumenti, piano e chitarra appena accennati, alla nenia iterativa di Arrival, in cui una sorta di lamento ai limiti del gemito si giustappone a un tappeto sonoro dalle morbide ma inquietanti volute, dal tasso di sperimentalismo alquanto spiccato. Un’atmosfera di cupo misticismo promana, poi, da Cathedral, dove la voce di Jarboe assume la connotazione di un canto religioso, un preghiera per dèi nascosti dietro i velari dell’incubo, mentre un qual certa brezza di matrice eterea sembra spirare tra i solchi delicati di Flight, voce sospesa sopra grappoli di nubi color cenere. Lo schema si ripete, ossessivo e minimalistico, voce ridotta a un osso di seppia e strumenti appena accennati, quasi in dissolvenza. Una greve coltre di tastiere accompagna la voce di Jarboe in Into The Arms Of Sleep, entro i reami onirici più profondi, quando invece in Nourish si genera un clima da cerimonia maledetta, con le note del piano e quelle del flauto che sembrano preludere alle scene di un sabba tra foreste di simboli. A chiudere, Man Of Hate, con la voce di Jarboe che si libra leggera su clangori metallici. Un album dalla bellezza inquietante: oscuro, sinistro, dalla parte dell’ombra, sempre.

Voto: 7.5/10
Rocco Sapuppo

Audio

Inizio pagina