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11 Ottobre 2019 , , ,

Illachime Quartet Illachime Quartet

2019 - L'Asilo, Marocco Music, Solchi Sperimentali Discografici
[Uscita: 07/06/2019]

Illachime Quartet nasce nel lontano 2002 dall'incontro di due musicisti partenopei: Fabrizio Elvetico e Gianluca Paladino. Il primo polistrumentista e compositore e l'altro chitarrista e sonorizzatore di ambienti multimediali. Negli anni sono entrati in formazione stabile anche Pasquale Termini, violoncellista e Ivano Cipolletta, batterista. "Soundtrack For Parties On The Edge Of The Void" letteralmente significa colonna sonora per feste sull'orlo del baratro. È articolato in un lato A con cinque pezzi facili e un lato B con cinque pezzi difficili più un Game Over finale. Ora sta tutto nel provare a capire di quale baratro si tratta. L'etichetta free jazz sembra andare davvero stretta al quartetto che comunque costruisce un pattern sonoro alquanto cerebrale e strutturato, mai caotico e mai sfrangiato ma sempre sospeso in atmosfere ipnotiche di euforica leggerezza o al contrario di languida introspezione. Questo baratro potrebbe quindi essere giocato sulla dualità gioia e tristezza, spensieratezza e malinconia, giocosità e impegno. Ma tutto non è semplicemente ravvisabile nella scissione dei due lati, anzi. Va cercato nelle singole sfumature, nell'andamento intricato del filo musicale che funge da conduttore di tutta la traiettoria. E davvero è un sentiero sinuoso, instabile e imprevedibile. Anche questa sua insondabilità, questa caleidoscopica trasversalità polimorfa che ci fa penetrare tutti gli stati d'animo con la stessa intensa immersione è di per sé un baratro. Un modo per guardarsi dentro e scoprire profondità vertiginose, vie di fuga sospese ad appena pochi centimetri dal nostro naso, cunicoli ignoti che intimoriscono e inquietano ed anfratti rassicuranti. Le visioni sono quelle di Giorgio Gaslini e Piero Piccioni ma anche dell'Italian Instabile Orchestra che fanno propria l'estetica dell'alternanza e lo scandaglio degli stati umorali più disparati. Dall'easy tempo all'exotica lounge, dal funk al bepop e poi tutte le tonalità del jazz, quello festoso e travolgente o l'agonia più cupa di sax, oboe e contrabbasso. Poi pezzi assolutamente cinetici e frenetici di natura ibrida e inclassificabile come Uneasy Piece 1 o l'avanzare incerto e sincopato del meraviglioso Easy Piece 2. La quantità di strumenti e di ospiti presenti nei vari brani dà ragione di tanta vastità. Il disco è prodotto in collaborazione con l’Asilo Filangieri di Napoli – Centro culturale Bene comune tra i più importanti d’Italia – con il supporto di Solchi Sperimentali Discografici e la distribuzione della Marocco Music/Believe.

Voto: 7/10
Romina Baldoni

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