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20 Settembre 2018 ,

Xavier Charles - Jacques Di Donato ILEX

2018 - Protagoniste
[Uscita: 14/07/2018]

Francia  #consigliatodadistorsioni     

 

Charles Di Donato IlexChissà quante volte sarà stata fatta rilevare (e magari pesare) al clarinettista Xavier Charles l’omonimia con il leader carismatico dei fumettistici X-Men: certo è che “mutante” appare l’aggettivo più scontato nel definire ad approcciare la musicalità di questo sperimentato improvvisatore francese, non solo entro l’originalissima compagine Dans les Arbres (discografia presso ECM ed Hubro, e progressioni concertistiche a sensazione) ma certo entro la sua ben più longeva progettualità in arte e suono.  Analogamente il presente partner Jacques Di Donato (che dichiara d’emblèe di aver “rivestito tutti i ruoli in musica“) è anch’egli un clarinettista con ampio affrancamento di ruolo che, per il presente programma oltre al nativo strumento si adopra ad una “falciatrice”, così come il confratello impiega sonorità da “elicottero” (di recente memoria stockhauseniana). A seguire una prima esperienza discografica in duo, datante già due decadi (“Du Slavon Glagol”, del 1995), la coppia persiste in un’incessata frequentazione a partire da quando il docente Di Donato disvelava al discente, già attivo Charles soglie ulteriori nell’approccio allo strumento, ma diremmo come le soglie continuino a dischiudersi, non rilevando cali di tensione sul fronte della scoperta avanzata.

 

Così procede il libero dialogo dei due contitolari lungo le quattordici stanze di “Ilex”: individuale ma condiviso ed alquanto animato il respiro musicale e toccante la poli-identità timbrica che, suggestivamente, potrà sconfinare nell’effettismo più proprio di remoti strumenti etnici, tali il nipponico shakuhachi o l’armeno duduk, ma ciò che di fatto 600_xavier_et_jacquesrisulta più pregnante è la resa acustica dei corpi degli strumenti d’ebano, qui graziati da peculiare alito e sottili tessiture conferite dalle sottigliezze della microtonalità, canale speculativo tuttora lungi dall’aver saturato le proprie incombenze anti-formali. Peraltro la gemellare coppia strumentale è anch’essa lungi dal riuscire monocorde, abile piuttosto ad animare un programma di vivida e a più riprese sorprendente forza spettacolare: flussi eolici e canali di meditazione sono veicolati attraverso un effettismo fascinoso privo di post-interventi e pertanto virtualmente in acustico, tra brunite bolle sonore e aliti bituminosi, ed unicamente l’ascolto paleserà, oltre ai dialoganti talenti, il valore della mutualità dello spunto e dell’osmotica intesa nel conferire vita ed effimero corpo ad una spontanea traiettoria d’insolita poesia metafisica. 

 

Voto: 8,5/10
Aldo Del Noce

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