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18 Ottobre 2021 , ,

III

2021 - Rarenoise Records / Goodfellas
[Uscita: 24/09/2021]

Se “III” è il numero che titola questo terzo album degli ungheresi , dovrebbe essere anche quello dei componenti di questa ottima band creativa e sperimentale formata da Andréas Halmos alla batteria e percussioni, Ernö Hock al basso e Adàm Mészaròs alla chitarra elettrica. In realtà non è proprio così, poiché la vocalist Dora Györfi, più che un’ospite, è basilare presenza nella metà dei dieci brani in scaletta e il manipolatore elettronico Bàlin Bolcsò in almeno quattro. L’estroso trio ungherese giunto a questo terzo traguardo dimostra grande creatività ed ingegno musicale dividendosi tra situazioni etniche della propria terra e non solo, rock, jazz e avanguardie che non disdegnano il ricorso a manipolazioni elettroniche e soluzioni spontanee e improvvisate. Per la prevalente dimensione etnica che svaria dal più ovvio est europeo e in misura più sottotraccia all’Indonesia, al Nord Africa e all’India, troviamo brani altamente suggestivi quali Palaran che apre l’album, sorta di tradizionale, riveduto e corretto dalla ritmica reiterata e voce femminile. Cerberus, perfetta e magnifica fusione tra un tiro prettamente rock, l’atmosfera mediorientale e attimi di jazz d’avanguardia. Ancora Oak nella sua lenta progressione meditativa si rifà all’affascinante tradizione etnica, mentre Cornucopia esplora le avanguardie più dissonanti e rumoriste in una ipnotica reiterazione progressive nel senso più alto e meno banale del termine. E se Shashka è un convulso teatrino prevalentemente rock, così come la fiammante Thorn e il breve frammento di Bebek, la splendida Minerva si avvale ancora di vocalizzi femminili di stampo etnico e di un ritmo ripetitivo fascinoso e ammaliante. Conclusione ancora una volta popular folk con la nenia orientaleggiante basata sulla tradizionale Sumirana Karo Sada Dina Ralee cantata dal batterista Andréas Halmos. Tutto questo e ancora molto altro in un album che si colloca in un firmamento non omologato nel quale le musiche presenti e già citate si ibridano e si innestano in risonanze “altre e diverse” che si dividono magicamente tra il sapiente e il popolare e in mille sfumature ondeggianti e fantasmagoriche come un’aurora boreale da cogliere e ammirare in tempo (leggi: ascoltare) prima che si dissolva impalpabilmente.

Voto: 7.5/10
Maurizio Pupi Bracali

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