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24 Febbraio 2015

Colleen Green I WANT TO GROW UP

2015 - Hardly Art Records
[Uscita: 24/02/2015]

USA

 

Colleen Green – I Want to Grow Up (2015) "I Want to Grow Up", nuova raccolta di canzoni di Colleen Green, vede la trentenne chanteuse di Los Angeles navigare, indolente, nel solito campo minato emozionale, ancorata, però, sulla sua ferma e romantica convinzione di purezza del vero amore, sfidata dal tumulto interiore causato dal conseguimento della maggiore età, che costituisce il tema di tutto il lavoro. Questo non significa che la sua fede è sconfitta, anzi tutto il disco è caratterizzato da suoni indie sui quali si eleva la solita voce, a tratti paradisiaca, che si arrampica su cumuli di note di chitarre pietrificate, come a scalare montagne di suono per raggiungere dolorosamente complicate vette di consapevolezza. Sacrificio necessario per gustare una diversa angolazione della vita e di sentimenti. Colleen è stata aiutata, in questa ultima fatica, da Jake Orrall dei JEFF the Brotherhood e Casey Weissbuch dei Diarrhea Planet, che hanno collaborato con lei per circa dieci giorni agli Sputnik Sound di Nashville.

 

In canzoni come Some People, Deeper Than Love e I Want to Grow Up non si ha scampo, costretti a sottoporsi, o, forse, proprio “sentire” i dolori della crescita e della maturazione rivelatrici di ansie ed incertezze che caratterizzano l'età della ragione. Deeper Than Love è forse la canzone che maggiormente riporta alla cifra stilistica dellagreen Green, nota per la semplicità delle sue canzoni realizzate in casa, marchio di fabbrica di autosufficienza e trepidazione. In Things That Are Bad for Me (PT1 & PT2) è del tutto evidente il supporto chitarristico minimal/matematico di Jack Orral, come pure la produzione più professionale, ma ciò non inficia lo stile della Green, che resiste a tutte le intemperie, fornendo convincenti prove di canto indolente/narcolettico, come se, in trance psicotropa, ritornasse bambina, barricata nella sua cameretta a salmodiare, con voce zuccherosa, cantilene sulle difficoltà del crescere oltre il  marasma instabile di uptempos e lazzi fuzz-pop amalgamati da tamburi roboanti e chitarre perdute.   

Voto: 7/10
Francesco Belli

Audio

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