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1 Marzo 2015 ,

BC Camplight HOW TO DIE IN THE NORTH

2015
[Uscita: 19/01/2015]

USA   #consigliatodadistorsioni

 

bc camplight coverDa Philadelphia (USA) a Manchester (UK) per sfuggire ai propri fantasmi, all’auto isolamento, all’abuso di sostanze. Un bel giorno Brian Christinzio, in arte  BC Camplight, decide di dar seguito al dialogo intercorso via social con un fan di Manchester, mollando di punto in bianco baracca (una chiesa in disuso in cui rifugia se stesso e la propria depressione) e burattini (i discografici dei primi due album che gli hanno voltato le spalle),  per fiondarsi  al di là dell’oceano con l’obiettivo principale di ricominciare a vivere. E  per un autore di musica pop, cos’è  c’è di meglio di tornare a comporre, con lo stimolo di un nuovo contesto oltre che di una rinnovata  vita di relazione? Certo “How To Die In The North” non è  titolo che tranquillizzi in fatto di serenità ritrovata. Senonché la qualità del lavoro, concepito nella città di Manchester (e alla stessa dedicato), fa rizzare  da subito  le antenne a Simon Raymonde (ex Cocteau Twins), che non esita a mettere sotto contratto il transfuga americano per la propria Bella Union. Proposito dell’album è quello di parlare d’amore utilizzando un linguaggio eclettico almeno quanto stilisticamente varie risultano le nove canzoni che lo compongono.

 

Fatto sta che il minimo comun denominatore dell’opera, oltre al vellutato falsetto che caratterizza la voce di BC - sorta di reviviscenza beachboysiana , evidente anche sul piano più strettamente musicale    – è il ricorso a un mood patinato e romantico, che a tratti rasenta il sentimentale pur senza scadere mai nello stucchevole. Pop squisitamente rifinito che echeggia certe soluzioni ‘french touch’ (impressionante il glamour delle iniziali You Should’ve Gone To School e Love Isn’t Anybody’s Fault ) ma coglie pure  improvvise impennate di squinternato r’n’r (Grim Cinema) o sortite vagamente etno, a volte ai limiti del sovraccarico (il pasticcio di Lay Me On The Floor). Questo a significare che il disco non è esente da sorprese e che l’estro compositivo di BC Camplight, come si diceva, non è per nulla riconducibile alla sola tinta del pop bc camplightmelodico/romantico. Anche se quest’ultimo pare essere il  talento principale del nostro, cui non difetta la capacità di saper trafiggere i cuori più sensibili con prese di tenerezza soul (Just Because I Love You, da urlo l’intermezzo dei cori) e con devastanti dardi di puro sentimento (il sinfonismo inumidente di Good Morning Headache) fino a condurli ad una totale e incondizionata resa emotiva (nella toccante Why Doesn’t Anybody Fall In Love Anymore). Ecco, se proprio non siete induriti del tutto, sappiate che questo lavoro di BC Camplight può riuscire ancora a strapparvi qualche sospiro. Per intanto, in quel di Manchester, il sole è tornato a risplendere sul futuro di Brian Christinzio.

Voto: 7/10
Marco Prina

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