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14 Aprile 2014 ,

Liz Green HAUL AWAY

2014 - Pias
[Uscita: 14/04/2014]

Liz Green# Consigliato da Distorsioni

 

Che bel disco! Un disco fuori dal tempo e dalle tendenze imposte dal marketing musicale, questo “Haul away!”, opera seconda della ventisettenne Liz Green, che esce a tre anni di distanza dal precedente “O Devotion”. Una decina di anni fa le riviste denominarono “prewar folk” lo stile dei musicisti che riscoprivano gli stilemi della tradizione americana, poi anche quel genere venne messo da parte. Meglio così, musicisti come Liz Green, che è inglese anche se musicalmente non si direbbe, possono brillare di luce propria. Basta un banjo, nell’iniziale Battle, per accompagnare la voce calda e pastosa di  Liz. Gli stili si alternano anche all’interno dello stesso brano, come nella splendida title track, tra blues, jazz d’altri tempi e una coda strumentale classica. Troviamo umori balcanici in Rybka, vertice dell’album, una ballata scandita da un contrabbasso legnoso che farà impazzire i seguaci di Capossela, o in Penelope, chitarre a tempo di tarantella e clarinetti malinconici.  

 

Where the river don’t flow, gran bel video in stop motion in bianco e nero, è un blues dolente come vorremmo sentirne a pacchi.  Liz Green ci coinvolge in un viaggio musicale dalle molte tappe, il ragtime in Rivers run deep, troppo breve ma non così breve da non riuscire a stregarci, il dixieland in Bikya, pianoforte e fiati languidi, lo strumentale neoclassico, piano e archi,Little I. Se troviamo una batteria è suonata con le spazzole, magari col basso tuba al posto del basso a corde, come in Empty handed blues. Umori da cabaret teutonico in Island song e di vaudeville in Into my arms. Niente elettronica, meno che mai chitarre supercompresse, niente che possa essere definito “avant” o “post”. Ma a noi che amiamo le avanguardie ma non siamo modaioli questo disco è piaciuto molto. Fare grande musica può sembrare molto facile, possono bastare una bella voce e uno o pochi strumenti. Invece è molto difficile, bisogna saper scrivere grandi canzoni o validi temi strumentali. Liz Green ci riesce, e sono dischi come questo, all’apparenza scarni e invece perfetti nella qualità della scrittura e dell’interpretazione, a mostrare cos’è il vero talento, senza ricorrere a trucchi o virtuosismi inutili. Imperdibile.

 

Voto: 8/10
Alfredo Sgarlato

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