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20 Ottobre 2017

Kamasi Washington HARMONY OF DIFFERENCE EP

2017 - Young Turks
[Uscita: 22/09/2017]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni     

 

86122-harmony-of-difference-1Zeitgeist, ovvero Kamasi Washington. 34 anonimi anni in una LA multietnica e poi la fama grazie al deus ex machina Kendrick Lamar che dà luce al caleidoscopico sassofonista-compositore-arrangiatore orchestratore. Portare Coltrane a Glastonbury, ai festival indie e rap, e persino nei club? Mission impossible ma non per lui, che, come Davis fece con il rock, ri-sdogana il jazz, senza manco spolverarlo troppo, col grimaldello hip hop di “To Pimp a Butterfly”, top-ten del 2015 impreziosita da lui e dalla sua band West Coast Gets Down. Kamasi sfrutta con tempismo la visibilità pubblicando un monumentale “Epic”, che esce per Brainfeeder, sublabel fondata da Flying Lotus. Tre ore e tre suites che riscuotono consensi e critiche, per l'eccessiva aderenza agli stilemi coltraniani e per il massimalismo delle orchestrazioni, appesantite da uso/abuso di archi. Questo eroe del contrappunto, pronipote di Ellington, diventa il jazzman più in del momento. Anche il più attivo: in due anni sale sul palco 200 volte. Al Marseille Jazz des Cinq Continents, nel luglio scorso, ho assistito ad una gara con Robert Glasper, a chi faceva ballare di piú!

 

kamasiQuesto “Harmony Of Difference” è un EP di "soli" 32 minuti esce per Young Turks, sub-label della elettronica XL, frutto di collaborazione con lo spagnolo A.G. Rojas, regista di videoclip (Jack White, Gil Scott-Heron), ed é un'opera multimediale esposta alla Biennale del Whitney Museum di New York. Inizia con 5 brevi brani, che rielaborano un tema. I titoli indicano virtú e qualità astratte che potrebbero salvare da smarrimento e perdita d'identità una Nazione sempre più incapace di gestire disomogeneità etniche e sociali, in sintesi di "armonizzare le differenze". L'incipit di Desire ricorda A Love Supreme, poi il brano scorre leggero come una "ballad" coltraniana. Con Humility tutto cambia e un  Gato Barbieri in vena di acrobazie virtuosistiche sostituisce Coltrane. L'atmosfera si fa poi piú ariosa, e c'è chi già immagina per Kamasi uno scenario futuro come compositore di soundtracks. Knowledge é ancora più lieve, Perspective ha tocchi  più avant-garde ma poi con Integrity tutti a kamasiballare il calypso!

I tredici minuti e passa della finale Truth mescolano i cinque brani e musica il corto di Rojas, dove raffinate visioni di calda intimità sposano concetti espressi dalla musica, che stratifica le diversità formando un amalgama di risolta e "armonica" bellezza, metaforico invito alla coesistenza, all'unità e al superamento delle differenze, velleitario quanto Imagine, ma mai inutile. “Le diversità sono un regalo, non un problema" dice Kamasi. C'è posta per Trump. Opera godibile, anche se megalomane e hollywoodiana (la big band  include 13 elementi, 6 violini, 2 violoncelli e 9 coristi). Cadute retoriche non inficiano la fruibilità del brano, concettualmente più vicino all'accessibilità dell'Oliver Nelson easy di "The Blues and the Abstract Truth" che non alle fantasmagorie galattiche di Sun Ra o allo sperimentalismo della “Black Unity” di Pharoah Sanders

 

Voto: 7,5/10
Paolo Rolando Perino

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