Migliora leggibilitàStampa
14 Ottobre 2015

Daniel Martin Moore GOLDEN AGE

2015 - Sofaburn Records
[Uscita: 09/10/2015]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni

 

moore GoldenAgeCoverE' sempre stata una prerogativa di Distorsioni scovare e far conoscere talenti a giro per il globo. Artisti magari conosciuti in ambito locale ma che nel nostro paese risultano completamente nuovi anche ai più attenti seguaci della scena musicale contemporanea. Daniel Martin Moore, originario del Kentucky, è uno di questi. Ha già al suo attivo cinque album ed i primi tre sono usciti per la nota Sub Pop. Questo ultimo lavoro, "Golden age" racchiude dieci canzoni composte in un arco di tempo di ben sette anni. Ma non per questo il disco manca di omogeneità, anzi. Moore ha raccolto il meglio delle scritture che aveva in archivio e si è circondato di un vero esercito di musicisti per una allegra session di registrazione di una settimana al LaLa Land Studio di Lousville, la città che ha dato i natali ad un certo Cassius Clay. Molte songs sono registrate live in studio, giusto per dare un tono di spontaneità a composizioni che non avevano bisogno  di particolari arrangiamenti o ritocchi in sede di produzioni.

 

Le canzoni di Daniel sono tendenzialmente malinconiche, spesso il nostro gioca in solitario, accompagnato dal solo piano e poco altro,  mentre la voce più di una volta rimanda al mai troppo compianto Nick Drake. Un disco che piacerà molto agli amanti di moorequelle sonorità, non ha la cupezza o la depressione di molti songwriter attuali ma racchiude una vena intimista davvero speciale. Il fantasma del ragazzo di Tanworth-in-Arden si materializza in Sign of life, How it fades e On our way home, impressionanti a tratti per certe attinenze vocali.

Davvero splendide altre tracce qui presenti, Proud as we are, che chiude il disco, Golden age che lo apre - Bill Fay oriented - e l'intensa Anyway, delicata ballad con fini arrangiamenti ed una voce che fa innamorare. Daniel Martin Moore è un artista che merita una migliore ribalta, dopo cinque dischi sarebbe giusto tenerlo nella giusta considerazione. Golden age  è un disco sognante e dal fascino sottile, capace di infrangere anche i cuori più resistenti. 

 

Voto: 7.5/10
Ricardo Martillos

Audio

Inizio pagina