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3 Luglio 2017 , , ,

Big Hogg GARGOYLES

2017 - Bad Elephant Music
[Uscita: 31/03/2017]

Scozia     #consigliatodadistorsioni

 

Secondo ottimo lavoro per la band di Glasgow che si muove liberamente fra i territori gloriosi della scena canterbuiana, il folk psichedelico, il jazz creando un'originale miscela musicale ricca di estro e creatività, che risulta meritatamente sfuggente a ogni etichetta e catalogazione, perché quando ti sembra di averla inquadrata, ecco che scopri nuove suggestioni, nuove influenze che ti fanno scoprire la ricchezza di ispirazioni di cui si nutre la loro sfavillante proposta musicale. Come già evidenziato da altre band, citiamo qui i Trembling Bells con i quali i Big Hogg hanno stretto, come vedremo, rapporti di collaborazione, anche questi scozzesi hanno il grande merito di riallacciarsi alla migliore storia del rock, reinventandola in modo personale e con grande sensibilità. Il risultato è un disco aperto, libero, di grande godibilità, con arrangiamenti ricchi e fantasiosi che fanno convivere con equilibrio le varie ispirazioni, il jazz, il folk, il prog, il glam, senza mai risultare eccessivi o sovrabbondanti.

 

Già la prima traccia, Solitary Way, ci immerge in un folk psichedelico di matrice West Coast per poi finire bagnato nella surreale ed eterea patafisica canterburiana, mentre Vegan's Mother Day flirta col funk e una scintillante sezione fiati, e la voce di James Lumsden è pericolosamente intinta nel glam. In Augogo la meravigliosa voce di Lavinia Blackwall degli altrettanto strepitosi Trembling Bells ci regala una perla che richiama i Caravan e non avrebbe sfigurato nel repertorio dei migliori Stereolab, voce che ritroveremo nella nervosa, ipnotica Devil's Egg, del resto la Blackwall è spesso presente nei live dei Big Hogg. Star Of The Show si libra gentile su distorsioni liquide e fiati da calmo jazz notturno, con i primi Soft Machine sullo sfondo e Drunk On A Boat si avvale della leggiadra voce di Sophie Sexon per una soffice ballata malinconica venata di blues e con qualche spruzzata di soul e una leggera atmosfera dark, folletti e spiritelli si aggirano pericolosamente tra i solchi. The Beast, il brano più lungo, gioca fra prog e jazz, con un pizzico di follia zappiana, il bellissimo assolo centrale di chitarra, mentre la voce della Sexon varia da eteree atmosfere lounge a un incedere marziale con i fiati a dettare il tempo. Ascoltare questi tredici brani è un autentico godimento per le orecchie e per lo spirito.

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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