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16 Febbraio 2012 ,

Margareth FRACTALS

2012 - Macaco/Lunatik
[Uscita: 27/01/2012]

# Consigliato da Distorsioni

 I Margareth sono un collettivo proveniente dall’entroterra veneziano. Hanno realizzato sinora tre demo autoprodotti “Margareth” (2006), “Out of the City” (2007), “This Town” (2008) e l’album di debutto “White Lines” (2010) pubblicato dalla Macaco Records. “Fractals” è il loro secondo full-length registrato in presa diretta sotto la direzione artistica di Giovanni Ferrario. La formazione attuale prevede Paolo Brusò alla voce/chitarra, Alessandro Benvegnù al basso/voce, Alessandro Fabbro al piano/tromba/percussioni e Niccolò Romanin alla batteria/percussioni.

 

Pur mantenendo un impianto tradizionalmente folk, “Fractals” si distingue per le numerose divagazioni psichedeliche ed elettroniche. I brani si sviluppano lungo direttrici non lineari ma sempre ben equilibrate, caratterizzandosi spesso in passaggi di stato, in cui ad una prima fase acustica segue una successiva digressione strumentale. Il risultato è decisamente attraente. L’album prende avvio con Daylight, brano che rappresenta il desiderio inconscio di un futuro luminoso, a cui fa seguito la splendida Shadows Come, caratterizzata da una bellissima divagazione psych. Sono certamente questi eleganti momenti di psichedelia le vere gemme che impreziosiscono questo lavoro. Ne sono una prova Flake, They Say e soprattutto la bellissima Staring at Stores.

 

Per comprendere il significato che sta dietro alle rappresentazioni frattali evocate nel titolo dell’album, occorre pensare all’immagine notturna di una città illuminata osservata da un aereo in fase di atterraggio. Sembra tutto cosi piccolo, ma quanta ricchezza di umanità e di emozioni è invece nascosta dietro quelle forme irregolari di luce! Quella mappa di luce è un macrocosmo di sensazioni e di esistenze che inevitabilmente s’intreccia con il nostro mondo interiore. Un’immagine suggestiva, che ha ispirato splendidamente la band nella costruzione dell’album. “Fractals” è una metafora dell'inesauribilità dell’esistenza e delle sue discontinuità. 

 

Felice Marotta
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