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2 Ottobre 2019 , ,

Ecstatic Vision For The Masses

2019 - Heavy Psych Sounds Records
[Uscita: 20/09/2019]

Una delle migliori uscite in campo heavy-psych del 2018 è sicuramente “Under the Influence” degli Ecstatic Vision di Philadelphia, i quali approdando su HPS hanno ricevuto un po’ di attenzione anche nel Vecchio Continente. Il matrimonio con l’etichetta romana sembra piuttosto felice in quanto non solo ha portato ad una ripubblicazione dell’esordio “Sonic Praise” (2015) ma anche ad un nuovo album, “For the Masses”. Registrato ai Retro City Studios di Philadelphia, il nuovo lavoro targato Ecstatic Vision non si discosta molto dalle coordinate space-rock a cui la band ha ormai abituato, anche se una maggior cura sonora e il passaggio da una bassa fedeltà sonora ad una produzione più definita permettono di apprezzare a fondo le instancabili jam del quartetto. La band attinge dalla materia di sempre: i primi riferimenti vanno ai 70’s di Hawkwind, Amon Düül II e MC5, soprattutto nell’heavy-motorik di Shut Up and Drive, ma già Yuppie Sacrifice tradisce l’amore per tribalismo e zam-rock (già largamente omaggiato in “Under the Influence") e l’abuso di synth e wah wah suggeriscono un affascinante incrocio tra White Hills e Goat. Gli Ecstatic Vision non pretendono molto dalla loro musica e si fanno bastare il proto-punk deforme di Like a Freak o il monolitico giro di basso su cui è costruita la trenodia allucinogena di The Magic Touch. Grasping the Void torna ad unire heavy-rock e motorik nero, conditi da contrappunti di flauto, sax e valanghe di synth.

Niente di nuovo, niente che non si sia già ripresentato nel corso dei decenni sotto forme più o meno simili, continuando ad affascinare ed attirare gli appassionati del genere. Gli Ecstatic Vision non sembrano interessati ad uscire dalla loro comfort zone fatta di canti vichinghi dell’iperspazio eppure la loro energia funziona e mai come in questo disco. Per dirla con loro: “It’s like if Tangerine Dream jammed with Lemmy and the Asheton Brothers and decided to play some World Music and Free Jazz in 1971.”

Voto: 7.5/10
Ruben Gavilli

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