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22 Settembre 2012

Mono FOR MY PARENTS

2012 - Temporary Residence Limited
[Uscita: 4/09/2012]

Mono  FOR MY PARENTS – 2012 – Temporary Residence Limited

Mono è una band giapponese affermatasi negli ultimi anni come una delle realtà più significative del rock strumentale. La formazione di Tokyo, amatissima dai propri fan soprattutto per il carattere emozionale del loro suono, ha conquistato un pubblico via via crescente per quella capacità di mescolare in un tutt’uno indefinito gioia e tristezza, nostalgia e passione, in grado di insistere direttamente sull’inconscio. L’album “Hymn To The Immortal Wind” del 2009 è stato, da questo punto di vista, il momento culminante di un percorso musicale in cui epicità, melodia ed emozione hanno raggiunto una sintesi praticamente perfetta.  In “For my parents”, sesto album in studio della band, il lato melodico ed epico di quel suono è stato ulteriormente sublimato in un eccesso poetico che potremmo definire barocco.

 

Il primo brano, Legend, rimanda alle sonorità cinematografiche di Ennio Morricone e alle composizioni di Joe Hisaishi, autore quest’ultimo delle colonne sonore dei più bei film di Miyazaki. Sono tante le influenze di Miyazaki nell’immaginario sonoro dei Mono. Li unisce certamente l’idea di un intreccio indissolubile che lega l’emotività dell’anima all’energia del mondo naturale. Legend rappresenta splendidamente una natura che ci avvolge e che è sempre capace di stupirci. Nonostante quest’avvio, il resto dell’album si presenta molto più debole e prevedibile, soffocato da una carica romantica decisamente eccessiva. Nostalgia richiama i ricordi dell’infanzia e quell’amore verso i propri genitori che persiste nonostante i cambiamenti della vita mentre Dream Odyssey si presenta come un viaggio in un oceano denso di malinconia. A Quiet Place (Together We Go) chiude l’album con sonorità pacate ed una bellezza sfuggente, non riuscendo tuttavia ad eguagliare la maestosità di Everlasting Light, brano che chiudeva “Hymn To The Immortal Wind”. “For my parents” è un lavoro nel complesso deludente e poco ispirato, soffocato da una liricità troppo marcata che alla lunga diviene quasi irritante. Un piccolo passo indietro per la band giapponese. Da Taka, Tamaki, Yasunori e Yoda ci aspettiamo decisamente molto di più.

 

Felice Marotta

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