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8 Maggio 2017 ,

Kasabian FOR CRYING OUT LOUD

2017 - Columbia Records
[Uscita: 5/05/2017]

Inghilterra

 

Quando si ha a che fare con i Kasabian è sempre molto difficile tracciare con nettezza il confine tra il pop elevato al livello del rock e il rock retrocesso al livello del pop. Quel che è certo, però, è che la band di Leicester è una delle pochissime appartenenti in qualche modo alla sfera dell’”alternative” ad essere presenza fissa in classifica, a vendere milioni di copie con naturalezza in giro per il mondo e a portare la scena rock all’attenzione del mainstream musicale. Anche attorno a questo nuovo “For Crying Out Loud” si era creata già da tempo una grande attesa, e l’uscita dell’album (a tre anni dal precedente “48:13”) è stata accompagnata a livello planetario da una certa impazienza che agli occhi dei puristi dell’underground può sembrare una bestemmia, ma che tutto sommato non risulta eccessiva per un disco che non sarà un capolavoro, ma che comunque si piazza almeno un paio di gradini più su rispetto alla piattezza musicale media e generalizzata del mainstream attuale.

 

Il perché è presto detto: i Kasabian riescono (come quasi nessun altro al giorno d’oggi) a coniugare le armonie brit (tanto degli anni ’90 quanto precedenti) con un gusto pop capace di arrivare con immediatezza alle orecchie delle grandi platee senza tradire i comandamenti di una rock band. Una capacità da non sottovalutare e assolutamente confermata nel nuovo lavoro (il sesto in studio), che pur rimanendo tutto sommato sulla scia dei dischi precedenti introduce degli aspetti di gradevole novità. Per tirare fuori il loro tipico sound i Kasabian non possono fare a meno di ricorrere ai sintetizzatori e alle tempeste elettroniche, ma stavolta gli elementi sperimentali rimangono decisamente sullo sfondo rispetto al jingle-jangle trascinante del chitarrista, songwriter e produttore Sergio Pizzorno, che emerge con prepotenza fin dalle prime tracce dell’album, Ill Ray (The King), You’re In Love With a Psycho (primo singolo e già hit radiofonica in tutto il mondo), Twentyfourseven e Good Fight, riproposto più avanti in Bless This Acid House, con ogni probabilità il prossimo singolo.

 

Con l’avanzare del disco, i Kasabian non disdegnano incursioni nel loro sound originale (il trionfo di trombe, synth e chitarre funkeggianti di Comeback Kid e gli otto minuti di Are You Looking For Action?, tra riff di basso new wave e atmosfere disco, e nei toni più rassicuranti delle classiche ballate britpop (Wasted, The Party Never Ends, All Through The Night e la conclusiva Put Your Life On It), in cui la voce di Tom Meighan si prende il meritato palcoscenico. Sul finire del disco, però, arrivano nuove e gradite sorprese: kasafotoassolutamente inaspettato è l’incedere reggae in Sixteen Blocks, mescolato all’inconfondibile gusto britpop alla maniera dei Blur, in cui appare con maggiore chiarezza la perfetta armonizzazione tra le voci di Pizzorno e Meighan. Con For Crying Out Loud dunque siamo di fronte a qualcosa che non ha le stimmate della musica di culto, ma rappresenta un cambio di rotta tanto nelle sonorità dei Kasabian stessi (un britpop 2.0), quanto nella scena pop-rock internazionale.

 

Voto: 6.5/10
Riccardo Resta

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