Migliora leggibilitàStampa
7 Aprile 2018 , ,

Mouth FLOATING

2018 - Tonzonen Records-Creative Eclipse PR
[Uscita: 23/03/2018]

Germania

 

Atmosfere seventies, testi distopici, sonorità lisergiche ed intuizioni progressive. Si colorano inconfutabilmente di revival le velleità musicali del trio teutonico Mouth,giunto in questi giorni al rilascio del terzo capitolo discografico “Floating”, distribuito - per l'occasione anche in limitata versione vinilica colorata di verde e blu - dalla Tonzonen Records. Originari di Colonia, con quasi un ventennio di onorata attività alle spalle, Chris Koller (voce, chitarre e tastiere), Gerald Kirsch (basso) e Nick Mavridis (batteria e tastiere) sono detentori di una naturale predisposizione nell'amalgamare all'interno dei propri lavori, gli imperituri stilemi del rock d'annata, in una sorta di eclettico mixture protoprog-psichedelico.

 

Nel segno di questa persistente attrazione (ben evidenziata dagli artwork di copertina e dall'originale logo della band) i Mouth affidano l'ouverture della nuova avventura alla rarefatta linea di organo con la quale digradava il precedente lavoro del 2017 (“Vortex”) generando di fatto un emozionale fil rouge tra i due album. Rivestita di convulsi e aggressivi riverberi garage-punk Madbeth anticipa i nove minuti delle elucubrazioni kraut-rock di Homagotago, episodio di assoluto impatto dominato da suggestive vibrazioni elettriche e un incedere sospeso della abissale sezione ritmica; piacevolmente prog-oriented Reversed si erge a dinamico spartiacque tra le due facciate del disco. Ben poco cambia nel canovaccio narrativo della B-Side che, circoscritta da due jam strumentali in salsa cosmic-rock, Sunrise e Sunset, viene rifinita da Distance (dal breve quanto nubiloso epilogo acustico in perfetto Genesis-style) e dall'ennesima incursione in territorio psyche-funk (O.T.B. Field).

 

Tecnicamente e stilisticamente ineccepibile, “Floating” conferma l'assoluta destrezza dei Mouth nel confezionare interessanti proposte artistiche in grado di riportare a galla le caleidoscopiche emozioni custodite nel prestigioso archivio rock di fine anni sessanta, inizio anni settanta. Un ricercato (e nostalgico) sound che siamo certi non mancherà essere fonte di interesse per gli estimatori dell'acid-rock e della storica avanguardia tedesca (Can e Faust, giusto per fare i primi due nomi che passano per la mente). Che poi sia il 2018 o il 1968, poco importa se è il pathos a vincere. 

 

Voto: 7/10
Alessandro Freschi

Audio

Video

Inizio pagina