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2 Febbraio 2015 ,

Funkadelic FIRST YA GOTTA SHAKE THE GATE

2014 - The C Kunspyruhzy - 3 CD
[Uscita: 23/12/2014]

USA  #Consigliato Distorsioni

 

funkadelic FirstYaGottaChackTheGateTrentatre pezzi, come i trentatre anni trascorsi dall’ultimo album dei Funkadelic, “The Electric Spanking Of War Babies”. Più di tre ore di musica, che pare il vecchio George Clinton abbia collezionato nei suoi armadi per tutto questo tempo, e che, a quanto pare, ha sentito il bisogno di tirar fuori tutte assieme, in questo triplo CD torrenziale. Dall’ormai lontano 1981 parecchie cose son cambiate, a quell’epoca il presidente degli Stati Uniti era un ex mediocre attore chiamato Ronald Reagan e MTV aveva appena iniziato a trasmettere, qui da noi Fanfani era presidente del consiglio e al Quirinale c’era il mai tanto rimpianto Sandro Pertini. Tanti dei compagni di strada dell’ormai settantaquattrenne George sono scomparsi, o hanno lasciato le scene. La black music ha preso direzioni che, a quel tempo, erano soltanto un embrione, l’hip-hop è oggi il genere di punta, allora timidamente si apprestava a lasciare le strade del Bronx grazie alle rime affilate di Kurtis Blow e della Sugarhill Gang. È chiaro che il passare del tempo ha lasciato pesanti tracce su questo monumentale lavoro, Clinton d’altronde non è mai stato un passatista e non è nemmeno stato con le mani in mano per tutti questi anni, quindi ha avuto tempo e modo di aggiornare il suo stile.

 

George ClintonInoltre le mille e mille formazioni che hanno preso il nome di Funkadelic, Parliament e filiazioni varie hanno sempre ospitato giovani musicisti, portatori di nuove esperienze e questo “First Ya Gotta Shake The Gate” non fa eccezione. Alcuni dei vecchi sodali di Clinton fanno comunque la loro apparizione, in particolare il pluridecorato bassista Bootsy Collins, il chitarrista Michael Hampton, il tastierista Bernie Worrell e il redivivo Sly Stone, addirittura. È inutile dire che si tratta di un disco di funk, ma Clinton si addentra george clintonpesantemente nel campo dell’hip-hop, quasi ad appropriarsi di un genere che ai riffs dei Funkadelic deve moltissimo, ma nel quale non sembra del tutto a proprio agio. Probabilmente, se avesse deciso di fare un disco rap avrebbe potuto proficuamente chiedere l’aiuto dei tanti produttori hip-hop che l’hanno campionato nei loro dischi, e che sicuramente se ne sarebbero sentiti onorati. In conclusione, il materiale contenuto nei tre CD è eterogeneo, sia nella qualità che nello stile, essendo stato composto e registrato nel corso di interi lustri. Le cose migliori si trovano nel terzo CD, non casualmente quello più legato al copyright Funkadelic, al punto che viene quasi da pensare che il “vero” nuovo album sia proprio questo, e che il resto del lavoro sia composto da demo e outtakes varie. D’altronde, “Doctor Funkenstein” ci ha abituato a stranezze assortite e questa non sarebbe la più incredibile.   

Voto: 7/10
Luca Sanna

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