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12 Dicembre 2017 ,

Putan Club FILLES DE MAI

2017 - Toten Schwan
[Uscita: 1/12/2017]

Italia - Francia      #consigliatodadistorsioni

 

Dopo un migliaio di concerti in giro per il mondo e un'esplosiva collaborazione con Lydia Lunch (che riprenderà in primavera con un lungo tour), il Putan Club, formazione dedita a una musica selvaggia, anarchica, fuori dagli schemi, decide infine di dare alle stampe il suo primo lavoro. Un disco che solo per questo ha già un suo titolo di merito:  rendere accessibile la musica dei Putan Club anche per chi non li ha potuti seguire nei loro coinvolgenti live-act (a proposito fino al 6 gennaio, data conclusiva a Palermo, saranno impegnati in un lungo e imperdibile tour italiano). Il Putan Club è un duo formato dal francese François R. Cambuzat (Il Gran Teatro Amaro, François R. Cambuzat et les Enfants Rouges, The Kim Squad) e dall'italiana Gianna Greco (Shotgun Babies, Trans-Aeolian Transmission) che ha fatto della radicalità e del rifiuto del music business la sua bussola ideologica, quindi niente etichetta, niente agenzia di booking, niente produttore, un DIY che non conosce compromessi, ma che ha avuto ora un piccolo, perdonabilissimo, cedimento con la pubblicazione di “Filles De Mai”, uscito per la piccolissima label indipendente la Toten Schwan che fa della militanza controculturale la propria ragion d'essere.

 

La musica dei Putan Club, con la sua furia iconoclasta e il suo radicalismo, è la diretta conseguenza della visione del mondo, della concezione politica e morale e della consapevolezza del ruolo sociale dell'artista propria dei due musicisti. Il Putan Club è percussioni selvagge fra industrial alla 23 Skidoo e tribalismo, chitarre e bassi suonati con accanito furore, una tempesta sonora aggrovigliata da distorsori, elettronica, pedali, echi e voci che alternano canto furente e pathos recitativo anche con voci campionate, come nel caso delle registrazioni sul campo delle voci della rivolta tunisina. Una musica da vivere come in un rito sciamanico, un rito di elevazione, come lo definisce la band, che ha un fortissimo valore di liberazione e ribellione che Cambuzat e la Greco hanno sperimentato sia nell'Asia Centrale e siberiana, sia e soprattutto nel Sahara tunisino partecipando al rito di adorcismo Banga, producendo così il bellissimo disco a nome Ifriqiyya Electrique di cui ci siamo occupati qualche mese fa. E come per ogni rituale che si rispetti anche la musica di “Filles De Mai” è musica da ballare, ipnotica, trascinante, un'immersione totale in un'onda sonora che, almeno per la sua durata, infrange il muro del potere e dell'oppressione. 

 

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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