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30 Maggio 2020 ,

Aksak Maboul Figures

2020 - Crammed Discs
[Uscita: 22/05/2020]

Il nuovo millennio ci ha abituati a molti ritorni di band, famose o di culto, in precedenza scioltesi. Il ritorno che celebriamo quest'anno è quello degli Aksak Maboul, formidabile ensemble belga del movimento Rock In Opposition, formato negli anni '70 dai polistrumentisti provenienti dalla prog-band Cos, Marc Hollander e Vincent Kenis. Dopo aver inciso due dischi di altissimo livello, "Onze Danses Pour Combattre La Migraine" (1977) e "Un Peu De L'âme Des Bandits" (1980), il secondo dei quali con la presenza fissa di Fred Frith e Chris Cutler degli Henry Cow, avevano lavorato a un terzo album insieme alla cantante degli Honeymoon Killers, Véronique Vincent, rimasto inedito fino al 2014, quando è stato pubblicato col titolo "Ex-Futur Album". Il buon riscontro ottenuto ha fatto sì che Hollander, nel frattempo aveva fondato la raffinata etichetta Crammed (quella di Tuxedomoon, Hector Zazou, e Lula Pena), e Véronique Vincent, nel frattempo divenuta sua moglie, a ritornare attivamente in campo con tour e un nuovo album, "Figures". Questo nuovo disco, lo scriviamo subito, non deluderà minimamente i fans del gruppo: c'è una maggiore attenzione alla canzone pop, ma il livello compositivo è molto alto. È un lavoro piuttosto lungo, ventidue brani per circa 75 minuti, i testi, tutti opera della Vincent, trattano del conflitto tra i sessi: il brano Dramuscule, per esempio, è una minipiece teatrale in cui una donna e un uomo, interpretato da Steven Brown dei Tuxedomoon, dialogano affrontando stereotipi. Brevi strumentali si alternano con canzoni più strutturate. Molti stili si susseguono, sia nei brani più brevi che in quelli più complessi: l'iniziale Among The Naeporu, solo ventotto secondi, è un continuum di fiati e tastiere in puro stile minimalista; C'est Charles è più vicina alle atmosfere misteriose del primo album, così come Formerly Known As Défilé; Taciturne è basata su melodie e intervalli tipicamente canterburiani; True, False, Fictive ha sprazzi neoclassici tra voci d'ambiente; l'impagabile Silhouettes, con Fred Frith alla viola, è un gioiellino pop degno degli Stereolab più ispirati (Letitia Sadier ha sponsorizzato "Figures" via social), ma non è l'unico del disco, per esempio Spleenétique o Un Caid, che si rifanno molto alle ragazze yèyè degli anni '60, seppur con straniamenti che faranno felici anche i discepoli di Frank Zappa, o Fatrasie Fulvérisée, duetto con Julienn Gasc degli Aquaserge e belle divagazioni di fagotto e clarinetto; Histoires De Fous, con un ritmo ostinato e stranamente (per gli Aksak Maboul) dritto, sorprenderà gli ascoltatori. La lunga attesa è stata premiata: "Figures" è un disco molto bello, interessante sia per chi ama la sperimentazione che per chi predilige il pop più raffinato.

Voto: 8/10
Alfredo Sgarlato

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