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21 Marzo 2022 ,

Danilo Ligato Fernweh

2022 - EEEE
[Uscita: 06/01/2022]

Il suono ovattato e pastoso del nastro magnetico, ancorché anacronistico, si presta molto bene a supportare questo delicato e introspettivo lavoro di Danilo Ligato. Ne lascia trasparire le sfumature, i dettagli, il respiro di sonorità volubili che guizzano e dilagano in una danza libera, eterea, interiore. "Fernweh" è composto da sei movimenti minimali, unicamente strumentali, ottenuti con pianoforte ed effetti. Si tratta di abbozzi volutamente accennati e lasciati ermeticamente incompiuti che inseguono il divenire sonoro così come lasciato fluire nell'etere e assimilato a idee, pensieri e reminiscenze fugaci e sfilacciati. Si compie così un viaggio onirico in una dimensione impalpabile che porta lontano e che slega le coordinate spazio-tempo. Una dimensione di ritrovata armonia dove tutto è in equilibrio. Fuga Dal Pensiero traduce molto bene questo intento di accompagnamento senza prevaricazione. Pochi tocchi strumentali in un intreccio rituale di delicata bellezza che si eleva e soavemente degrada. I tratti ritmici più decisi di Nell'Eterno Svanire sembrano pulsazioni di vita e fremiti di stupore che si rispecchiano in acque cristalline, riverberate di riflessi. La traccia è strutturata in una progressione incantevole, ipnotica. Il Sogno Di Tao è misteriosa, con passaggi più abrasivi e un incedere lento di bassi, velatamente ansiogeno. Iris Blu in qualche modo si riconnette ad una evoluzione-involuzione della traccia precedente, con suoni ottenebrati e meno ariosi ma ugualmente magnificenti, deprivati dai tocchi al piano. Un afasico, grezzo e subliminale gioco puntillistico. La Tigre Assenza riprende i palpiti declamati dalla tastiera ed è un'ode lirica che omaggia la spiritualità ascetica e la regale fragilità di Cristina Campo, una tra le grandi e mai abbastanza ricordate poetesse e scrittrici del '900. Ed è proprio l'intero scrigno concepito da Ligato che si riallaccia alla poesia-essenza, alla ritmica musicale del verso. Per riflettersi in quell'ignota pratica ispirata che prova a intuire l'oltre. Ed ecco allora che si spiega come ogni enigma diventi idioma affidato alla parola armonica, al silenzio inaccessibile che accompagna visioni struggenti di bellezza. All'Infinito è una scia di pregnanza che deflagra in rivoli di cristalli infranti, entrando nella dimensione profonda degli intenti sospesi, di un impensato che non ha codici per essere comunicato.

Voto: 7/10
Romina Baldoni

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