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23 Giugno 2015

Bully FEELS LIKE

2015 - StarTime International - Columbia
[Uscita: 23/06/2015]

Stati Uniti

 

Bully – Feels Like (2015)Il primo lavoro sulla lunga distanza della band di Nashville Bully era atteso con una certa curiosità. Il precedente disco, intitolato "Bully E.P.", aveva generato eccitazione, con quattro canzoni di rumore sbarazzino e melodia compressa a sorreggere una voce dolcemente ruvida ed ingenua. I ragazzi della band si conoscono da sempre. Alicia Bognanno ed il batterista Stewart Copeland, suo boyfriend, erano insieme in una college band chiamata King Arthur. Lo stesso Copeland ed il chitarrista Clayton Parker erano nella garage band, della Saddle Creek, Pujol ed bassista Reese Lazarus lavorava con la Bognanno nel cult bar di Nashville The Stone Fox. Il nuovo lavoro delude con chitarre sfuocate come se fossero state immerse nell'acquasantiera della chiesa Breeders, e poi usate con le corde ancora bagnate, la voce debordante e grezza, i facili accordi, l'energia e la passione, ma anche la batteria iper prodotta ed invadente, che nei momenti meno assordanti si perde, in difetto di fantasia, rifugiandosi nella facilità di piatti e snare drums insistiti, con microfoni sbagliati e mal posizionati. L'album sembra partire con l'intento di suggerire emozioni vere e crude, sgonfiandosi prima di giungere al traguardo, con il quartetto intrappolato nel dilemma se farci dondolare il capo a seguire la musica, oppure farcelo scoppiare a suon di rumore ultrasonico. Le dieci canzoni si dipanano seguendo lo stesso canovaccio, con il tema lanciato dalla chitarra ed accentuato dalla sezione ritmica alla ricerca di sapori evocativi fini a se stessi. I suoni sono convenzionali, poiché non possono attingere ad una chitarra stregata come quella di Kelley Deal, laureata a pieni voti all'Università dei Dilettanti Geniali, che ha fatto grande il suono Breeders. Il disco è stato registrato agli Electrical Audio Studio di Steve Albini, dove Alicia ha lavorato come stagista ed è la stessa cantante che si è occupata della produzione, svolgendo anche le funzioni d'ingegnere del suono. 

 

Probabilmente il ricorso ad un produttore esperto avrebbe contenuto la monotonia provocata dalla scarsa dinamica dei suoni e dell'appiattimento delle armonie. Appena si preme il tasto play sembra avviarsi la macchina del tempo, sospinti agli anni novanta, con accorgimenti sonori datati ed attitudine logora. Suoni che hanno fatto le fortune di gruppi alternative di vent'anni fa, ma che ascoltati adesso sono stucchevoli, privi di classicità, una nebulosa di un sistema sonoro passato ed impigliato nel cavo incrostato della memoria. I remember sembra uscita dalla penna di J Mascis, arrangiamento compreso. Anzi, se bullyfosse cantata da Neil Young sarebbe una canzone dei Dinosaur Jr. fatta e finita. Alicia urla “I remember my old habits / I remember getting too fucked up / And I remember throwing up in your car” quasi a volere esorcizzare la difficoltà di vivere un'adolescenza costellata di angosce e delusioni. Tre canzoni che erano presenti anche nel precedente E.P. sono riproposte in abiti nuovi e risultano più flessibili e vivaci. La chitarra elastica di Brainfreeze è pronunciata, sbarazzina, ma prevedibile, mentre Bully spinge ulteriormente l'acceleratore sulla corsia Dinosaur Jr., giovandosi di chitarre singhiozzanti, bulliyassoli banali, cori triti e ritriti nell'intento di trasportarci su un rollercaster emozionale senza pagare il biglietto d'ingresso. Milkman è stata leggermente velocizzata, come se i membri della band si fossero sfidati in una gara improvvisata di chitarre frenetiche e frastuono di tamburi. Il disco nel complesso fallisce. Tuttavia si deve riconoscere un certo credito alla vivace scrittura della Bognanno, che attendiamo con moderata fiducia al prossimo album, che potrebbe essere di semplici e sporche canzoni pop, brillantemente articolate nelle quotidiane verità di un ventenne qualsiasi.

 

Voto: 5/10
Francesco Belli

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