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14 Ottobre 2014 , ,

Chrome FEEL LIKE A SCIENTIST

2014 - King of Spades Records - 2 CD
[Uscita: 05/08/2014]

Stati Uniti

chromeDavvero la ragione sociale Chrome poteva dirsi un perfetto cromatismo e una perfetta simbiosi tra due personalità capaci di compensarsi, migliorarsi ed evolversi. La creatura deforme e bizzarra, padrona assoluta degli anfratti più reconditi del sottosuolo, è stata l’ibrido elisir del componente Helios Creed, la sua maestria impeccabile e furente e del componente Damon Edge, folle, visionario, sperimentatore imprevedibile. Nel 1995 l’alchimia viene interrotta dagli eventi (morte di Edge), semmai i prodromi non si fossero palesati già alcuni anni prima con l’emergere di un inevitabile contrasto di personalità forti, voglia di trovare nuove modalità espressive più rappresentative della singola ideologia estetica, non da ultimo un certo calo d’ispirazione. Con questo nuovo “Feel It Like a Scientist” - preceduto l'anno scorso da "Half Machine from the Sun, the Lost Tracks from ‘79-80" (5 Novembre 2013, King Of Spades Records), doppia compilation di inedite tracce 'perdute' risalenti al periodo aureo della band - Helios Creed si circonda di una cerchia di musicisti impeccabili (Tommy Grenas, Aleph Omega, Lux Vibratus, Lou Minatti aka Keith Thompson e Anne Dromeda) e dà vita ad un'ideale prosecuzione delle intuizioni già palesate nel 1997 con “Retro Transmission”. 

 

MI0003683222Ovvero provare di nuovo a calcare la mano sull'avant punk brillante e innovativo dei primi album, caratterizzati da un’elettronica straniante da post nucleare, riff distorti e inserti cut up da fantascientifico un po’ trash. Intelligente altalenare tra distopia e dissacrazione, che sdrammatizzava ed enfatizzava tanto rumore e tanta psicosi deragliata, aggiungendo il tocco di creatività che rappresentava il contributo più geniale di Edge. L’apice di questa filosofia è stato indiscutibilmente “Half Machine Lip Moves” (1979) e tante delle opere a seguire -sia a proprio nome che a marchio Chrome- hanno tentato in qualche modo di enfatizzarne o inflazionarne il discorso senza mai raggiungerne la perfezione stilistica. In queste sedici tracce la propulsione e l’effettistica elettronica hanno sicuramente tratti meno inquietanti e ossessivi, diventano quasi giochi intriganti e arditi che tentano di conciliare armonie e cacofonie, tribalismi e atonie. Questo è senz’altro un punto a favore che in qualche modo stempera il manierismo meticoloso di Creed per ritrovare un’autoironia davvero persa da tempo immemore. Bizzarri, accattivanti e con la giusta dose di tocco melodico Nephilims (Help me!)Lady Feline e Captain Boson

 

Chrome-bandpic-300x206Più pompose e meno riuscite sul piano dell’originalità le troppo stoogesiane Prophecy e Six con tanto di coretto dancefloor e riff heavy rock che vanno a ripescare influenze della tradizione californiana. Banale e davvero poco elegante Big Brats che scomoda l'estetica new wave anni ’80: le cose che i Sister of Mercy e i Killing Joke dissero alle due generazioni precedenti. Altrettanto scialbe e affatto convincenti le danze cibernetiche e le marzialità demenziali in quattro quarti di Lipstick e Something in the Cloud. Unbreakable Fluoride Lithium Plastic e Slave Planet Institution ci riportano all’ibrido di industrial e garage sci-fi contenuto nello scrigno magico di "Alien Soundtracks" (1978). Si fa fatica nel complesso a dare uniformità helios11a questo doppio lavoro, a scorgere dietro tanta, calcolata, finitura di produzione e di arrangiamenti, evoluzioni espressive davvero convincenti. Tra eccessi citazionistici, provocazioni senza mordente (Brady the Chicken Boy, Link Wray special guest in Star Treck?), rare intuizioni illuminate - Cyberchondria e The Mind, che sembrano indicare il magico anello di congiunzione tra passato e futuro - e un complessivo stagnare che quasi nasconde una paura di osare, una paura di rompere spavaldamente degli schemi ormai consegnati ad una leggenda inscalfibile.

 

Voto: 6.5/10
Romina Baldoni

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