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26 Ottobre 2020 , ,

Sergio Sorrentino Electric

2020 - RMN Music
[Uscita: 28/08/2020]

Non si esagera affatto quando si dice che Sergio Sorrentino è tra i più interessanti nella schiera dei chitarristi internazionali perché rappresenta maggiormente il punto d'incontro ideale tra mondo classico e moderno, composizione avanguardistica novecentesca e improvvisazione contemporanea, chitarra classica ed elettrica. In questo "Electric", come si evince dal titolo, ma anche nel precedente "Dream", anch'esso recensito per Distorsioni, è presente soltanto la componente elettrica, anche se tuttavia l'approccio da chitarrista classico di Sorrentino sembra qualche volta emergere nello stile e nei modi dei fraseggi. Contrappunti, sovrapposizioni, loop e fughe ci conducono dentro stanze mobili nella roteante Electric Counterpoint di Steve Reich, traccia che come una piccola suite suddivisa in tre parti alterna differenti momenti di psichedelica stasi tonale. E poi, senza che te lo aspetti, arriva un blues, che ha il sapore nero delle origini catturato da corde elettriche idealmente sature di anni di suono. Ogni traccia è un capitolo di storia a sé stante che si ricongiunge agli altri attraverso elementi che diventano di richiamo al precedente o di introduzione al successivo. Così gli slides di Glitch sono un potenziale evocativo legato al blues di prima, come nella stessa ritroviamo armonici che richiamano l'iniziale Electric Prelude. E poi, anche qui come nel già menzionato precedente album "Dream", non poteva mancare John Cage, della cui opera Sorrentino si sta facendo autonomo esecutore per chitarra o in questo caso per basso. Degno di nota è il titolo della traccia di Cage qui eseguita, Composed Improvisation, ossimorica improvvisazione composta, invertendo sostantivo e aggettivo una composizione improvvisata, paradigmatica di un aspetto dell'approccio stilistico di Sorrentino che qui crea un suono originale con un basso elettrico. Da Cage, ci spostiamo a Cuba, Paisaje Cubano Con Lluvia il titolo della traccia, niente di meno che composizione di Leo Brouwer, per ritornare al mondo della chitarra classica, qui evocato in forma elettrica con una nostalgia che guarda al futuro e non al passato, come un'atmosfera ancora da venire che però si conosce già. Dalla successiva Projection For Electric Guitars – The Arrogance Of The Dead di Joji Yuasa, o forse già dagli ultimi due minuti dell'avanguardia Brouweriana, sino alla fine dell'album, dunque le ultime quattro tracce, tratte da compositori forse meno noti, si accrescono i rumori, i silenzi e il minimalismo e la sperimentazione ci conduce verso lande più rade e solitarie, come nella luce permanente di un freddo mattino scandinavo di Can't Think Without Light che chiude l'album lasciando l'ascoltatore sapientemente in sospeso.

Voto: 8/10
Sergio Spampinato

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