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21 Aprile 2013 , ,

Counting Crows ECHOES OF THE OUTLAW ROADSHOW

2013 - Cooking Vinyl Records
[Uscita: 08/04/2013]

counting_crows_-_echoes_of_the_outlaw_roadshowMa da quanto tempo sono in giro i Counting Crows esattamente? Avremmo dovuto indagare già un anno fa, incantati di fronte  ad un album vibrante e solare come “Underwater Sunshine (Or What We Did On Our Summer Vacations”, quindici  grandi rivisitazioni di illustri artisti/bands americane e non, tra cui Big Star, Bob Dylan, Faces, Craig Fuller, Richard Thompson, Norman Blake.  Una rosa di nomi che indicano quanto la musica della band di Adam Duritz, di stanza a San Francisco, affondi saldamente da sempre le radici negli insegnamenti di cinque decadi di rock: Counting Crows ne hanno attraversato due suonando. Sono vent’anni che i C.C. sopravvivono all’avvicendarsi di futili hype musicali, assistono alla nascita e repentina morte di revival insignificanti, ed il motivo è molto semplice: questi sette musicisti hanno un’anima vera, un “true soul”.

 

Nella voce piena di fremiti di Adam Duritz  si può ravvisare il “blue-eyed soul” di  Van Morrison , ma anche il gospel mood di un Ben Harper; nei cori di Duritz con Dan Vickrey (lead guitar), David Bryson (guitar), Millard Powers (bass guitar) Jim Bogios (drums) rivivono le ruspanti armonie campagnole della Band, i Rem di "Reckoning" (Four Days), ma anche più alla lontana gli affreschi vocali dei Byrds, le cui rickenbacker risuonano nella stupenda Four Days. Tutto questo lo trovate in Echoes Of The Outlaw Roadshow” il quarto live della carriera dei corvi: una dimensione che amano, e lo si può toccar con mano in questo concerto di quasi un’ora ed un quarto registrato alla grande durante il loro tour americano del 2012. Ascoltiamo una band in grande spolvero, capace di un mirabile equilibrio elettroacustico: le chitarre elettriche incisive ma mai roboanti di Dan Vickrey e David Bryson  convivono con  la strumentazione tipicamente country rock di David Immerglück: pedal steel guitar, banjo, mandolin, e con le tessiture sobrie e soffici dei keyboards di Charlie Gillingham (anche accordion e clarinet). Delle covers di “Underwater Sunshine (Or What We Did On Our Summer Vacations”, qui  è riproposta davvero felicemente lacrows dylaniana You Ain't Goin Nowhere. 

 

Ma del menestrello di Duluth é rivisitata unplugged, ad inizio live, anche Girl from The North Country, ed è pura rarefatta magia acustica, con un Adam Duritz ispiratissimo e commovente, per il cui carisma reclamiamo finalmente un giusto posto, guadagnato duramente on the road ed in studio, tra i lead singers americani più toccanti, ora come di sempre. Ad essere poi riproposti in Echoes Of The Outlaw Roadshow" sono brani tratti dagli altri cinque album ufficiali - tutti ad alto livello - dei Counting Crows, dal 1993 di “August & Everything Aftera “Recovering The Satellites” (1996), da “This Desert Life” (1999) ad “Hard Candy” (2002), sino  a “Saturday Nights & Sunday Mornings” (2008): con una menzione speciale per i dieci minuti e passa incredibili, quasi mistici, di Round Here, con il fantasma di Van Morrison e del suo ‘inarticulate speech of the heart’ ad avvolgere tutto, soprattutto la performance vocale di Duritz. Chiamatelo come volete, alternative country rock, americana quello che si ascolta in questi quindici brani, è solo un problema di etichette: ad importare davvero è la straordinaria levatura qualitativa di questi  ‘echi di show raminghi fuorilegge’, che gran titolo evocativo!

Voto: 7/10
Pasquale Wally Boffoli

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