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14 Febbraio 2016 ,

Miranda Lee Richards ECHOES OF THE DREAMTIME

2016 - Invisible Hands Music
[Uscita: 29/01/2016]

Stati Uniti    #consigliatodadistorsioni     

 

miranda cover Echoes-Of-The-Dreamtime-Cover-980x980Impossibile non rimanere attratti osservando la copertina dell'ultimo disco della bella Miranda Lee Richards, in sapore di flower power e sogni di California. Ed è proprio dalla costa occidentale che proviene la 40enne songwriter, da San Francisco per la precisione, che mezzo secolo fa è stato il fulcro di una delle scene creative più importanti e significative di sempre della musica rock.

Per sua stessa ammissione Miranda a soli 11 anni aveva già ascoltato dischi di Xtc, Blondie oltre a "Rubber Soul" dei Beatles e non per caso, visto che è figlia di due artisti di comics book di natura underground, Ted e Teresa. Emigra inizialmente in Europa, a Parigi, a cercare fortuna come modella, una carriera presto abbandonata per tornare in madrepatria. Voltando completamente pagina e grazie a un fortunato incontro con Kirk Hammett dei Metallica riesce a prendere lezioni di chitarra e fare ascoltare le sue prime cose a Anton Newcombe che la invita a cantare in alcune tracce del suo gruppo, i noti The Brian Jones Jonestown Massacre. Da lì in avanti la sua ascesa sembra inevitabile, complice anche il disco d'esordio, il buon "The herethereafter", uscito addirittura per la Virgin, una vera dimostrazione di stima e fiducia. 

 

Dopo un lungo silenzio di ben 7 anni arriva l'EP "Early November" del 2008 seguito l'anno dopo dal riuscito "Light of X". Dopo di questo un nuovo misterioso silenzio, interrotto solo in questo 2016 da "Echoes of the dreamtime", il suo disco migliore e che porta a miranda DesertStars087maturazione oltre 15 anni di discontinua carriera musicale. Se siete amanti delle sonorità lente e rilassanti di Opal e Mazzy Star questo è il disco che fa per voi. La Richards gioca con gli stessi toni al rallentatore di Hope Sandoval mentre musicalmente siamo un pò distanti dalle sonorità ipnotiche e psichedeliche imposte dalla sei corde dell'ex Rain Parade David Roback. 

L'album di Miranda ha quelle tipiche sonorità a stelle e strisce che rendono inconfondibile le produzioni Usa dalla corrispondenti europee. Lo ha registrato nel suo studio casalingo miranda-lee-richards-1con l'aiuto del marito Rick Parker, noto fra le altre cose per il suo lavoro con i Black Rebel Motorcycle Club e con i Dandy Warhols. Solo otto tracce ma dalla durata medio lunga, mai sotto i cinque minuti. Ci sono dentro brani di struggente bellezza, in particolare le due tracce finali, gli otto minuti di It was given, forse l'opus del disco e l'autunnale Already fine, che ricorda molto le più belle cose delle storyteller femminili di 40 anni fa.

 

L'opener 7th ray al pari di Tokyo's dancing, con una chitarra Mike Oldfield style, ha un suono molto simile all'ultimo disco di Elena Friedberger, uscito praticamente in parallelo con questo. Nella bella voce di Miranda ci sono tracce anche della prima Suzanne Vega e miranda Lee Richardsdi Susanna Hoffs delle Bangles. Molto intensa  la traccia First light of  winter, di ben 7 minuti, che innalza la temperatura e il livello del disco mentre Colours so fine sembra essere la perfetta song apripista, con una facile melodia e quelle chitarre leggermente byrdsiane. Il disco esce per la londinese Invisible Hands, che ha la sede nel celebre quartiere di Soho, proprio nel cuore di Londra.

Perfetta appare la produzione di Rick Parker, che ha fatto sì che il disco suonasse quasi come un prodotto d'altri tempi: sono presenti sitar, mellotron, armonie vocali perfette e questo probabilmente era anche il proposito iniziale della moglie Miranda. Echoes of the dreamtime è un disco gradevole, ben fatto, che incontrerà molti estimatori. Non finiremo mai di ringraziare la sua protagonista che ha fortunatamente svoltato il suo cammino artistico nella giusta direzione. 

 

Voto: 7.5/10
Ricardo Martillos

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