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21 Settembre 2013 ,

Cloud Control DREAM CAVE

2013 - Ivy league/Infectious
[Uscita: 16/09/2013]

Cloud-ControlSecondo disco per gli australiani Cloud Control, a due anni dal precedente “Bliss release”. Anche i “Controllori di nuvole” si pongono nell'ormai infinita schiera di coloro che cercano la canzone pop perfetta, seguendo gli insegnamenti dei maestri, d'Oltremanica principalmente. Ci riescono? Assolutamente no, anzi. Le dieci canzoni che compongono questo album - l'iniziale Scream rave è solo un prologo strumentale di chitarre psichedeliche - sono piuttosto scialbe. Manca l'originalità: Dojo rising potrebbe essere uno scarto degli Oasis meno ispirati, Moon rabbit omaggia palesemente i Beach Boys,  ma finisce col somigliare di più agli Scissors Sisters, mentre Scar o Island living, tra le meno peggio del lotto, omaggiano quel cosiddetto “Madchester” sound di inizio anni '90, che oggi però appare persino più datato di molti filoni stilistici appartenenti a periodi storici ormai lontani. Un paio di canzoni poi sono veramente brutte: Promises, un tentativo di ballata garage con tanto di organo farfisa piuttosto insipido, The smoke, the feeling, un insulso pop elettronico totalmente fuori contesto rispetto al resto del disco, o la conclusiva Dream cave, un orribile terzinato anni '50 che ci riporta al peggior AOR americano. Le rimanenti Happy birthday, Iceage heatwave e Tombstone, l'unico brano malinconico del programma, scorrono piacevolmente, ma senza mai regalare il brivido dell'emozione. Manca tutto quello che fa grande un disco pop: voce personale, melodie indimenticabili, arrangiamenti curati e originali. In breve, quegli ingredienti che hanno fatto grandi Smiths o Belle and Sebastian, tanto per non fare nomi. Ripensando a quante e quali meraviglie ci ha regalato in passato il rock australiano, dai Birthday Party agli Hodoo Gurus, passando per Go Beetweens, Radio Birdman, Died Pretty, Triffids, Dead Can dance e mille altri, temiamo che per questi poveri Cloud Control, che forse potevano con maggior riuscita dedicarsi al rugby o al windsurf, la pena dell'esilio sia inevitabile. Disco perdibilissimo; per una volta concedeteci di fare gli autarchici, come Nanni Moretti insegna: sulle pagine di questa rivista troverete le recensioni di decine di gruppi provenienti dalla provincia italiana più ispirati e professionali.

 

Voto: 5/10
Alfredo Sgarlato

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