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7 Gennaio 2013

The Unthanks DIVERSIONS VOL. 3: SONGS FROM A SHIPYARD

2012 - Universal
[Uscita: 5/11/2012]

The Unthanks DIVERSIONS VOL.3 SONGS FROM A SHIPYARDRiecco le deliziose e infaticabili sorelle Unthanks al terzo volume di queste "Diversions", dopo il primo dedicato alle mirabili cover di Antony Hegarty e Robert Wyatt e il secondo in cui si facevano accompagnare da una banda di ottoni per interpretare canzoni del repertorio popolare dei minatori; qui Becky e Rachel rendono omaggio ai lavoratori dell’industria navale attraverso dieci cover di vari artisti e cantanti popolari. Questo disco è nato come accompagnamento a un film di Richard Fenwick, stesso titolo di questa raccolta, sulla storia e il declino dell’industria navale nel Nord Est dell’Inghilterra, le canzoni qui contenute sono state registrate durante i live che ne accompagnavano la proiezione.

 

Gli arrangiamenti sono ridotti all’osso, solo il piano e il violino ad accompagnare il canto, scelta quanto mai azzeccata che conferisce gravità e solennità, una quieta drammaticità percorre tutto l’album, l’accostamento all’universo proletario del lavoro richiede serietà e rispetto per quelle migliaia di uomini e donne che hanno lavorato duramente e in condizioni di pericolo e sfruttamento. Le Unthanks ci raccontano così con le loro canzoni le condizioni di lavoro, le lotte, la vita delle comunità intorno al porto e al cantiere navale, l’orgoglio per il loro lavoro, ma anche il declino di quel mondo, la modernizzazione che chiude le fabbriche e le sostituisce con musei e attività ricreative, si ascolti la bella e struggente All In A Day: «Willy, tutto in un giorno se ne sta andando via oggi. Riusciranno mai a capire la vita che si svolgeva lungo il fiume?»

 

Questo loro ultimo lavoro, giunto a meno di sei mesi di distanza dal precedente, ci conferma come The Unthanks siano oggi una splendida realtà del folk britannico, erede della grande stagione di Fairport Convention e Steeleye Span, interpreti e autrici molto personali, aliene da qualunque atteggiamento condiscendente e ruffiano, il riferimento a band come Mumford & Sons non è casuale, realizzano album di grande qualità e intensità emotiva. Malinconia, nostalgia, orgoglio battagliero, partecipazione umana, capacità di narrare storie ed esprimere sentimenti si ritrovano in queste canzoni e ci fanno vibrare ed emozionare. Concluderei questa recensione con qualche verso tratto da Fairfield Crane che ben delinea lo stretto rapporto che legava questi uomini al loro lavoro e alla loro comunità: «Sono nato all'ombra della gru di Fairfield, dove  il fragore della sirena di un cargo. E’ stato il primo suono giunto ai miei orecchi, la mattina in cui sono nato»

Voto: 7.5/10
Ignazio Gulotta
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