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19 Aprile 2013 ,

Sixthminor WIREFRAME

2013 - Megaphone Records./Unomundo
[Uscita: 27/01/2013]

Sixthminor: WIREFRAME (Uscita: 2013); Megaphone RecordsPrimo lavoro sulla lunga distanza per questo duo electro-oriented proveniente da Napoli. Andrea Gallo e Renato Longobardi, insieme dal 2007, assemblano sonorità di chiara matrice elettronica, combinandole con elementi estrapolati dal post-rock più sperimentale, e guarnendole di ombreggiature tipicamente ambient. Le otto tracce complessive dell’album si dipanano lungo percorsi musicali di originale impatto, e l’ascolto è confortato da una buonissima preparazione strumentale e compositiva dei due artisti napoletani. Su una base di strumenti tradizionali quali la chitarra, il basso e la batteria s’inseriscono “frames” di drum machine, striature eminentemente synth, oltre all’utilizzo di accorgimenti tecnologici atti a creare veri e propri paesaggi sonori. Tracce come l’iniziale Eser, colpiscono per il suono maturo, snodantesi lungo sentieri di fruizione nient’affatto scontati, staffilate di matrice industrial che investono l’orecchio e in virtuosa sinestesia disegnano inquietanti simbolismi di paesaggi urbani ravvolti dalla tenebra.

 

Blackwood configura un suono scolpito nell’acciaio, nel freddo acciaio cibernetico della materia grezza, trasformata a colpi di drum machine e riff di crudo metallo industriale. Frozen recupera atmosfere più quiete, con morbide volute di lieve elettronica che si librano in spirali di liquide tastiere, per poi essere percosse da improvvise sferzate di campionamenti, il brano forse più pregnante dell’album. Altre tracce del disco: Etif, ancorata agli stilemi di certo post-punk britannico, Clock Dva su tutti; l’aeriforme e soffice velo crepuscolare di Last Day On Earth che fa da preludio a  Hexagone, crudamente tarsiata dal suono pietroso della chitarra e da sventagliate di drum machine; la gradevole Greyhues, ricca di variazioni sonore, ora piena di atmosfere lievi ora attraversata da impennate di severo impianto jungle e da chitarre di urticante hard rock, a far da viatico all’ultimo frammento, Outro, sperimentale tappeto di suoni algoritmici, a chiudere un album eccellente, sia dal punto di vista delle soluzioni sonore, originalmente amalgamate, sia in ordine all’ottima tecnica mostrata dal duo partenopeo nel virtuoso uso della strumentazione. Un esordio rimarchevole, invero.

Voto: 7/10
Rocco Sapuppo

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