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3 Agosto 2013 ,

Dreg Machine UH!

2013 - Area Pirata Records
[Uscita: 19/04/2013]

Dreg-Machine-Uh# RACCOMANDATO DA DISTORSIONI

 

Il garage punk revival ha avuto la sua massima eco negli anni 80, vent'anni dopo i sixties ed in contrapposizione alla imperante musica disco e new wave che imperversava in quel decennio e non solo da noi in Italia. Dalle nostre parti molte furono le bands e gli artistiche si cimentarono con questa materia, i  migliori e più noti di questi li ritrovate per semplificare in antologie fondamentali quali i due "Eighties Colours" per la Electric Eye. Gruppi come Sick Rose e Pikes in Panic, fra i più poderosi, dettero alle stampe dei gran bei dischi al tempo che però come per la maggior parte delle bands italiane soffrivano di produzioni che definire deficitarie appare quasi un complimento. Il tiro e la carica favolosa che questi sfoderavano nelle esibizioni live veniva molto spesso appiattita da registrazioni poco grintose con scarsa dinamica d'insieme. Il confronto con molte produzioni dei corrispondenti gruppi americani e non (targati Voxx, Midnight etc...) era spesso impietoso.

 

Finiti gli ottanta sembrava che l'ondata garage si fosse ormai eclissata ma sono state e sono tutt'ora molte le band che tengono in vita un filone musicale tra i più eccitanti e coinvolgenti al di là della sua apparente semplicità d'esecuzione. Da noi i B-Back sono stati sicuramente i migliori. Nati nel 2003 da un idea di Madison Wheeler, voce dei Ray Daytona che presto aggrega i bravi chitarristi Frank Croco dei fiorentini Gloves  e John Amato, già nei Quarryman e nei gloriosi Barbieri oltre a Paul 'The muppets' come bassista. Due dischi di grande impatto, "In Time" (2004) e "Second hand" (2006)  dichiarano al mondo del garage che il genere non è affatto morto e sepolto. L'ingressodreg machine della bassista Zara Thustra, al posto di Paul, aggiunge ancora di più fascino e colore alla già poderosa line-up dei fiorentino-senesi, per una volta sotto la stessa bandiera. Un terzo disco, di nuovo splendido, "Experiment in colour" (2008) conferma la potenza della band che ha dalla sua la particolarità di vedere alternarsi ben tre cantanti, a tutto giovamento della varietà del disco. Dei gruppi storici dei sixties sembrano i Music Machine di Sean Bonniwell i loro preferiti mentre i primi Miracle Workers sono la pietra di paragone degli eighties più vicina alle loro sonorità.

 

Il lungo silenzio seguito al loro terzo lavoro ha portato alla fine del progetto B-Back, ma niente paura, solo un rimescolamento interno che ha cambiato il nome del gruppo in Dreg Machine ed ha visto l'ingresso del bravissimo batterista Ben Fox, un autentico cultore e maniaco delle sonorità del sixties sound, già negli Hobbes e nei Modern Gloves dove militava pure Frank Croco. Quest'ultimo si è nel frattempo ribattezzato Hollerin'Killer Dupree, chissà magari un giorno scoprirete pure il suo vero nome. Il disco viene a ben cinque anni dal precedente, un lungo periodo che ha permesso ai Dreg Machine di maturare ed affinare il sound, davvero esplosivo nelle sortite on stage anche fuori dal suolo natio (Olanda, Francia, Germania) Un autentico uragano garage, provare ed ascoltare per credere. La carica sprigionata dal vivo è altrettanto ben rappresentata in dreg machine (1)questo "Uh !" un autentico manifesto garage-punk con ben 10 originals e due covers. Il sapiente dosaggio delle voci di John, Frank e Zara Thustra e la compattezza del suono, con le due chitarre taglienti ed una sezione ritmica che frulla alla perfezione sono gli ingredienti della sapiente miscela dei toscani. L'opener War è davvero superbo con quel break orientaleggiante a metà brano davvero di livello superiore mentre Gnome a seguire è una sorta di garage blues scorticato con altro gran lavoro di chitarre.

 

In entrambi i pezzi la voce solista è di Frank. Zara Thustra fa la sua comparsa come cantante nel brano che omaggia il gruppo, Dreg Machine oltre a Do it again, gran bella robina che in dischi come "Girls in the Garage" avrebbe fatto un figurone. One way ticket to her e Mr Rolling Stone sono altri due altri brani killer che non aggiungono né tolgono nulla al disco così come Uh!, sorta di emulazione della gloriosa Talk Talk di Sean Bonniwell. Nobody lose appare un sentito tributo al grande Shelley Ganz ed i suoi Unclaimed, ai Miracle Workers e tutte quelle grandi bands di quell'epoca. Riguardo alle covers i Dreg Machine scegliendo l'oscura Mr Rolling Stone degli Hard Times, e la favolosa My friend Jack degli Smoke dimostrano competenza e gusti musicali da vendere, versioni impeccabili, la tecnica del gruppo è fuori discussione, e dal vivo rendedreg machine ancora meglio. No no no l'avrebbero potuta scrivere i primi Sick Rose mentre Pizza boy sa tanto di song autobiografica, ma posso benissimo sbagliarmi, attendo conferme. Death in a sunny place con tanto di coretti Stones style è la degna conclusione di un disco da gustare ed assaporare come un frutto prezioso. Un sentito ringraziamento va all'etichetta pisana Area Pirata Records, davvero lodevole nel lavoro di ripescaggio e valorizzazione di gruppi presenti e del passato. Un album questo "Uh" consigliato non solo ai fedeli appassionati e seguaci del genere garage-punk ma a tutti quelli che amano e pensano che l'epoca gloriosa dei sixties non sia mai morta.

 

Voto: 8 /10
Ricardo Martillos
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