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6 Gennaio 2013

VV.AA. TOW THE LINE – SONGS BY NICK DRAKE

2012 - Martiné Records
[Uscita: 20/12/2012]

nick drakeLa giovane etichetta pavese Martiné Records ed i Dowtown Studios, intorno ai quali si muove tutta la scena musicale e rock di Pavia realizzano “Tow The Line - Songs by Nick Drake", un nuovo tributo all’arte del menestrello triste di Tanworth-in-Arden, England: l’occasione sono i quarant’anni nel 2012 dalla pubblicazione del testamento artistico e spirituale di Drake, il sublime “Pink Moon”, uscito il  25 Febbraio 1972 per l’Island Records. Non si tratta del primo omaggio né certamente sarà l’ultimo: i tre unici lavori del songwriter inglese sono ormai dei classici senza tempo, un vero e proprio patrimonio dell’umanità di  aristocratica, romantica bellezza  intimistica, come  l’eredità musicale di Chopin, Shumann, Shubert, come i quadri impressionisti di Monet, Manet, Gauguin, come i romanzi di Goethe, Stendhal, Proust.  E’ fatale, quasi fisiologico, che periodicamente i brani di Drake ispirino musicisti delle più diverse nazionalità e latitudini espressive, spingendoli a rivisitarli; ricordiamo al proposito, solo per restare in Italia -  a livello internazionale i tributi nel corso degli anni si sprecano - “Pong moon – Sognando Nick Drake” del 2005 (Virgin), per chitarra acustica, voce e violino, a cura del cantautore Roberto Angelini e del violinista dei Nidi D’Arac Rodrigo D’erasmo.

 

Poi “Way to blue – Sognando Nick Drake”, CD uscito in allegato al cartaceo Mucchio Extra n.22, Estate 2007, con contributi tra gli altri di Giulio Casale, Simone Cristicchi, Songs For Ulan, Cesare Basile, Black Eyed Dog. I 12 brani più una bonus track di Tow The Line - Songs by Nick Drake" vedono impegnati - come recitano le note della Martiné Records - alcuni gruppi della foltissima scena rock ‘altra’ del pavese, e ‘l’anniversario è l'ennesima occasione di raccogliere le sonorità più interessanti della loro zona’: e sin qui nulla da eccepire, perché in effetti le proposte del roster sono molto diversificate, dal lounge dei Geisha Red Can Satiri (che rivisitano Pink Moon) al rock desertico - à la Thinnick drake White Rope - dei Kandma (Three Hours), dall’intimismo delicato di Massaroni Pianoforti feat. Gabriele Montanari (Which Will) e Martiné feat. Grun Duo (From The Morning) al raccoglimento estatico di La Debole Cura (Way to Blue), dallo stoner dark dei Musashiden (Things Behind The Sun) al post rock di The GrOOming (Northern Sky), sino a sonorità sintetiche ’80, al math rock, ad una certa psichedelia hard.

 

Se da un lato si resta colpiti positivamente dall’accentuata creatività artistica pavese, dall’altro però non si può non constatare un’eccessiva spericolatezza nelle rivisitazioni di alcuni brani che risultano completamente avulsi negli arrangiamenti e nel loro dipanarsi dagli originali, tanto che se non se ne sapesse a priori i titoli o non si ascoltassero gli incipit più o meno fedeli, sarebbe davvero arduo riconoscerli, soprattutto con riferimento ad alcune evoluzioni strumentali noise che esulano completamente, in tutto e per tutto, dal delicato microcosmo sonoro e poetico di Nick Drake. E questo ripropone l’eterno interrogativo di quanto, nel reinterpretare il corredo creativo degli artisti rock e dei songwriters più significativi della storia della musica, ci si possa e ci si debba allontanare dalle atmosfere e dal mood originari senza tradirne lo spirito più autentico; di certo lo tradiscono clamorosamente le nuove versioni qui presenti di alcuni episodi in particolare: Things Behind The Sun (Musashiden),  Riverman (Fungus), Northern Sky (The GrOOming), annegati in un’improbabilissima – ed anche fuori luogo - estetica ‘dura’ e macchinosa.

 

Tow-The-Line-POSTER-Qualcuno al contrario questa estetica potrebbe definirla aderente ai nostri devastanti e devastati anni, capillarmente diversi da quelli del songwriter inglese: chissà comunque il timido ed introverso Nick cosa ne penserebbe, se per assurdo avesse la possibilità di ascoltare questa profanazione a tratti persino presuntuosa dei suoi piccoli gioielli di famiglia. Pollice decisamente giù anche per la Time Has Told Me di Allan Glass, trasfigurata da un’azzardata cervellotica alchimia in un pastiche psych-cabarettistico senza né capo né coda; e per la pessima, sdolcinata Pink Moon di Geisha Red Can Satiri che riesce ad essere addirittura kitsch se confrontata al brano originario. Solo le covers di Way To Blue, Which Will, From The Morning appaiono ossequiose delle fragili ma incantevoli dinamiche psichiche e creative da cui presero forma, e lo fanno con grande dignità. Una occasione sprecata, era necessario un approccio alla materia più rispettoso: il processo di personalizzazione in generale è materia delicata, ed in casi di songwriters  sacri come Nick Drake, ma anche sulle stesse particolarissime latitudini emozionali Leonard Cohen o John Lennon, non deve corrispondere necessariamente ad uno stravolgimento gratuito che rompe i ponti radicalmente con la fonte originale, altrimenti si può trasformare in un'autocelebrazione.          

Voto: 4/10
Pasquale Wally Boffoli

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