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11 Settembre 2013

Emiliana Torrini TOOKAH

2013 - Rough Trade
[Uscita: 12/09/2013]

Emiliana Torrini “TOOKAH” (12 settembre 2013 Rough TradeLa cantautrice Emiliana Torrini è di chiare origini italiane, però è islandese: non se ne possono avere dubbi se la si ascolta parlare, quando mostra lo stesso timbro e lo stesso modo di pronunciare le esse di Bjork. Ma molto diversa è la musica che scrivono e suonano le due ragazze: tanto Bjork è sperimentatrice quanto Emiliana si mantiene in alvei tradizionali. In questo nuovo album, "Tookah” (parola inventata da lei), il quinto uscito con distribuzione mondiale ma l'ottavo in carriera, quello che manca è però una precisa strada da seguire, al contrario dei dischi precedenti in cui la musicista sceglieva la via della canzone contaminata con l'elettronica oppure quella della canzone acustica e intimista. Qui l'autrice alterna le due possibilità, con canzoni in cui le chitarre la fanno da padrone, come la bucolica Caterpillar ed altre in cui il beat elettronico è maggiormente in evidenza, come nella traccia che apre il disco e gli dà il titolo. Home azzarda un ritmo sincopato, quasi da bossa nova. Il disco è di fatto diviso in due parti, come quando esistevano i lati A e B. le prime cinque canzoni sono più d'atmosfera, come Autumn sun, il più riuscito della raccolta, o Elisabet, la più vicina al lavoro della connazionale Bjork.

 

I quattro brani seguenti sono invece influenzati dalla new wave, anni '80, come dimostrano Animal games, coi ritmi tribali dei tamburi e gli arabeschi esotici delle tastiere, e Speed of dark, coi ritmi sintetici e squadrati e le chitarre ricche di effetti. Gli ultimi tre brani sono più lunghi rispetto agli altri e, va detto, più monotoni. Quello che colpisce però negativamente l'orecchio dell'ascoltatore è l'eccessivo adeguarsi della cantautrice islandese a modelli vocali in voga: se, per esempio, in “Love in the time of science” del 2000, in epoca di trip hop e downtempo beat imperanti, si poteva notare la somiglianza col timbro di Skye Edwards o col modo di usare la voce di Beth Gibbons, in questo disco Emiliana Torrini sembra imitare maggiormente la vocalità della più nota connazionale, oppure quelle di altre cantanti dalle voci piuttosto acute oggi in auge, che a loro volta sembrano scimmiottarsi tutte tra loro (come fanno in un altro filone le mille imitatrici di Norah Jones, che vorrebbero esserlo di Billie Holiday). Disco tutto sommato gradevole all'ascolto, specie se si ascolta in ore notturne, ma non imprescindibile, che si inserisce in un filone, quello delle cantautrici con voci cristalline e melodie aggraziate, che comincia a mostrare troppo la corda.

Voto: 6.5/10
Alfredo Sgarlato

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