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15 Settembre 2017 ,

TMO TOO

2017 - Cut Up Publishing
[Uscita: 21/08/2017]

tmoSecondo lavoro all’insegna della ricerca sperimentale per il duo TMO (Andrea Campanella e Daniele Virgilio). Ad un anno di distanza da “HO:ME”, da buoni amici d’infanzia ritrovati, ci prendono gusto e si trattengono ancora per fare quattro chiacchiere, assaporare l’intesa, testarne l’accogliente calore. Si coglie infatti una complicità e una rilassatezza che rende godibile un lavoro le cui linee guida sono senz’altro peculiari e decisamente settoriali, non adatte a tutti i palati. Giocano infatti con il rumore, compiono una serie di stravolgimenti, provano a contrarre e dilatare in estremo la fonte sonora. Rendono la dispersione, il phasing (per guardare a Steve Reich come epigono ispiratore) portatore di una serie di vibrazioni subliminali. Allo stesso tempo, c’è movimento e frenesia in ogni costruzione, tra scintillanti piogge di glitch e incastri di field recordings campionati. Nessun andamento ossessivo, nessuna persistenza in grado di disturbare l’equilibrio dinamico. L’eterogeneità dei dodici pezzi procede in modo del tutto spontaneo e improvvisato, sembra un’esplorazione sensoriale e surreale del tutto filmica e riconducibile a flashback di immagini tenute insieme da cut up casuali ed eclettici. Di certo si coglie la grande passione di Andrea e Daniele per l’arte cinematografica, per la scrittura sonora finalizzata al rilievo mediale e sensoriale di tutto ciò che è rappresentazione. Ci sarebbe da pensare agli intenti dell’esperienza Living Theatre.

 

TMODiventa allora indispensabile e funzionale la musica elettronica, l’analisi psicologica raccordata alla propagazione. In Definitely Surrounded si possono udire e palpare le traiettorie che seguono svariati impulsi meccanici. Del tutto frastagliato e irregolare l’andamento di Dixlekmystiquedzyx che tra minimalismo e incedere ritmato sembra voler sottolineare il legame tra variazione metrica ed emotiva. Si prende in esame la densità stessa dei droni sintetizzati. The Call è una nebulosa che si deforma e si rapprende. C’è un suono del tutto tattile con uno spessore materico e c’è volubile dissolvenza. Nessuna pesantezza ma smaliziate, divertite e incoerenti emulazioni di certi effetti sci fi. Un caleidoscopio visionario di tributi.

In "Too" si tmo1omaggiano i suoni percussivi di “Picture Music” di Klaus Schulze, le astrazioni e gli abbozzi naif di Brian Eno, il morbido techno ambient degli Orb, la sacralità spirituale di Florian Fricke. Near to Silence o Lander dimostrano che si è sapientemente incamerata la lezione di riciclaggio e decostruzione decantata dall’ideologia post moderna. Entrano loro malgrado nel vivo della nuova onda e delle tendenze più cool i TMO, lo fanno divertendosi a guardare indietro, provando a trasmettere lo stesso entusiasmo di loro da ragazzi, curiosi e voraci. Ci danno una dimostrazione di lungimiranza col disincanto di una rimpatriata. Le cose più belle e sorprendenti del resto nascono proprio così. 

 

Voto: 7/10
Romina Baldoni

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