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10 Novembre 2015

Franco D'Andrea THREE CONCERTS. LIVE AT THE AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

2015 - Parco della Musica Records - 3 CD
[Uscita: 04/09/2015]

 #consigliatodadistorsioni     

 

three-concerts-live-at-the-auditorium-parco-dellaIl maestro Franco D'Andrea non si smentisce mai, pure nel suo gioco di cicli variabili imprevedibili. La cifra stilistica del suo nuovo triplo album (quasi 3 ore e mezza di durata), tre differenti live ancora una volta per la Parco della Musica Records, contenenti quasi tre ore e mezza di musica con diverse formazioni, è data dalla sua grande abilità di lasciare sempre agli altri musicisti lo spazio di cui necessitano, riuscendo lui a mantenere al tempo stesso il dominio del campo tracciato dalle sue “Traditions and Clusters” (titolo di un suo precedente lavoro, nel quale accanto alla ispirata rielaborazione di standard del repertorio tradizionale vengono sempre fuori i nuovi ritrovati delle sue concezioni armoniche con utilizzo di accordi complessi e talora dissonanti costruiti con note “a grappolo” -clusters– nella disposizione orizzontale fisica del pianoforte).

E non è un caso, sempre a proposito di tradizione e note a grappolo, che il brano d'apertura sia un Turkish Mambo di tristaniana memoria, con sequenze melodiche di accompagnamento nel registro basso del pianoforte, che riecheggiano appunto lo stile contrappuntistico e le sovraincisioni sperimentali di Lennie Tristano.

 

Nei primi due cd, live rispettivamente suonati con Dave Douglas alla tromba e Han Bennink alla batteria il primo, e il secondo con il medesimo sestetto del progetto costruito sulla idea dell'ipotetica macchina del tempo senza fine di Monk, viene in rilievo, in pieno francostile D'Andrea, un interplay sostenuto dalla simultaneità del dialogo tra i musicisti, i cui “discorsi” prendono spunto, si avvicendano e sovrappongono corroborandosi reciprocamente.

Si parte da riff, piccoli frammenti di temi già noti o inventati sul momento, per creare una veduta d'insieme improvvisata attraverso la ripresa di stilemi della tradizione (che non sono mai mera ripetizione di qualcosa già sentito) dentro approcci individuali estemporanei ed originali. Il terzo cd vede invece il maestro suonare in solo, e qui si dischiudono i caratteri peculiari del rapporto tra avanguardia e tradizione. Quest'ultima viene ripercorsa a volo d'uccello in franco1poco più di un'ora con l'esposizione in tempi sincopati di numerosi brani memorabili (due dei quali portano la firma di Coltrane, Naima e LikeSonny) preceduti, inframezzati, affastellati e magistralmente aggrovigliati con incursioni avanguardistiche improvvisate. 

In definitiva, un sunto, una summa quasi teologica delle declinazioni e dei verbi del jazz, che guardando dalla prospettiva del passato, si lancia nel presente e, viceversa, partendo dal presente, pesca dal passato gli elementi per guardarsi davanti. 

Voto: 8/10
Sergio Spampinato

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