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19 Aprile 2016 ,

Silver Key THE SCREAMS EMPIRE

2016 - Ma. Ra. Cash. Records
[Uscita: 02/02/2016]

#consigliatodadistorsioni    

 

SilverKey-ScreamsEmpireUna riuscitissima campagna di crowdfunding ha premiato il lavoro dei milanesi Silver Key, che hanno così potuto raggiungere il traguardo necessario a pubblicare il loro ottimo album The screams empire. Evidentemente il pubblico si è ricordato questo nome e ha voluto sostenere la band che già aveva consegnato alle stampe il già validissimo “In the land of dreams” (2012). O forse molti di coloro che hanno voluto contribuire si ricordava dei Silver Key da molto tempo prima, quando percorrevano su e giù la Pianura Padana affrontando anni e anni di gavetta live, su ogni palco, quando il loro cantante Yuri Abietti indossava l’Elmo di Beowulf e si calava nei panni di questo personaggio mitologico che tanto ha fatto innamorare il pubblico del rock progressivo…No, non stiamo parlando di Beowulf, protagonista di un antico poema epico in lingua sassone, ma di Fish, lo scozzese leader dei Marillion (e poi apprezzato solista) che proprio alle vicende di Beowulf che sconfisse il mostro Grendel aveva dedicato una suite. Ebbene sì: i Silver Key, nascevano proprio come tributo ai Marillion.

Ma ormai di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, la band non deve più riconoscere nulla a nessuno, ha trovato una sua identità e una sua prorompente personalità; la voce di Abietti è assolutamente personale nelle proprie interpretazioni e il sound dei Silver Key può essere inserito a pieno titolo in un neo-progressive rock di respiro internazionale.

 

rob8799Ma le definizioni a questa band vanno strette: i brani sono arrangiati elegantemente, con gusto, ma al tempo stesso asciutti, senza orpelli. La opener Screams behind the whispers ha una freschezza melodica che potrebbe benissimo essere lanciata a livello radiofonico come singolo sulla scia del miglior brit-pop, mentre della conclusiva Adrift è stato anche realizzato un video. Stargazing è uno dei momenti più riusciti dell’intero disco: in meno di sette minuti riesce a condensare gli umori di una vera e propria mini-suite: l’inizio quasi krautrock affidato agli arpeggiatori si trasforma in un valzer rob8793di enorme dolcezza, ma dopo una parte centrale lenta, sussurrata, cupa, intimista, il tutto si evolve fino a trionfare nel crescendo finale. 

Le atmosfere surreali e sospese di A.S.I. (The Singularity), invece, non avrebbero sfigurato nella tracklist di un album di metà anni ’80 dei Rush, nel loro periodo più elettronico, mentre EventHorizon ci sorprende con divagazioni di chitarra e piano elettrico di eccellente jazz-rock. Grinta e melodia, ricchezza e buon gusto, tanti ottimi ingredienti per una delle migliori prog-bands in circolazione in Italia, che meriterebbe visibilità a livelli internazionali proprio per la personalità e la qualità della propria proposta.

Voto: 8/10
Alberto Sgarlato

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