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13 Gennaio 2013 , ,

Molotoy THE LOW COST EXPERIENCE

2012 - Modern life/Audioglobe/Promorama
[Uscita: 5/12/2012]

Molotoy “THE LOW COST EXPERIENCE”  (5 dicembre Modern life/Audioglobe/Promorama Bella sorpresa questi Molotoy. Musica strumentale, inclassificabile, ci sono chitarre rock, ritmi dance, atmosfere trip hop, a conferma che le etichette servono solo per organizzare gli scaffali. A tratti si insinua anche un violino malinconico. Già l'iniziale Super Attack sembra fatta apposta per spiazzare, atmosfere post-rock, con un basso sincopato, poi chitarre taglienti e quindi americaneggianti, violino e tastiere che contrappuntano. Un'atmosfera molto cinematografica che non ha bisogno di un testo per dispiegarsi. La successiva Brain vira decisamente verso l'elettronica, con suoni minimali di tastiere e rumori ritmici sostenuti, prima dell'esplosione ritmica appoggiata da riff di chitarra. I brani sono ben costruiti, con continue invenzioni melodiche e ritmiche e sovrapposizioni di strumenti. We are the volvo, scelta come singolo, è un brano fortemente ritmato, ma senza la ripetitività ossessiva della house music, e anche in questo brano squarci improvvisi di chitarre cambiano le carte in tavola all'ascoltatore. La quieta Kukkiko ronf ricorda le prime produzioni degli islandesi Mùm. Ogni brano presenta sviluppi di melodia e arrangiamento imprevedibili, come le chitarre trattate molto new wave in Magical histery soup e Laqu, o le improvvise partiture d'archi bristoliane della stessa Laqu

 

L'assenza del canto, sostituito di volta in volta da violino, tastiere o chitarra come strumento guida, non si fa minimamente sentire, e l'alternanza di strumenti acustici, analogici ed elettronici come solisti evita la rigidità di certa musica puramente elettronica. Per la verità un brano cantato c'è, Werther, nona traccia del disco, voce sussurrata su ritmo in levare. Disco valido, che soddisferà chi ama le musiche non etichettabili e mostra come ormai le produzioni underground italiane siano ormai di livello alto, sia dal punto di vista tecnico che da quello della sprovincializzazione: ad un ascolto al buio penso che chiunque direbbe che si tratti di un gruppo proveniente dalla brumosa Albione o da fredde lande scandinave.  Unico appunto da parte mia, l'eccessivo ricorso al vocoder, effetto che trovavo ingenuo già negli anni 70. Bello il lavoro grafico di Vocisconnesse.  I Molotoy (ex Low Cost) sono Andrea Minichelli violino, Andrea Buttafuoco basso e tastiere, Gianluca Catalani batteria, Marco Gatto chitarre (che ha però lasciato il gruppo dopo la realizzazione dell'album), Astroboy, rumori. 

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

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