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No Land Warriors THE BATTLE OF MASKS

2014 - Autoproduzione
[Uscita: 20/10/2014]

# Consigliato da Distorsioni

a1714473980_10Ci ha molto sorpresi questo "studio-live" di Marco Colonna e Stefano Cupellini, impresa coraggiosa di questi tempi, autentica "battaglia delle maschere" sul campo (minato?) della musica di ricerca, per nulla autoreferenziale, volto a scompaginare definizioni, etichette, incasellamenti. Il lavoro è firmato a quattro mani, "All music improvised by Marco Colonna and Stefano Cupellini": basterebbe questa semplice notazione per rinviare a più dense riflessioni sulle otto tracce, per lasciare un giudizio "aperto" su una auto-produzione, disponibile in digitale. Marco Colonna (Roma, 1978) non è sconosciuto nel novero degli artisti che a Roma sono impegnati in una costante ricerca di "una sintesi" del proprio linguaggio, attivo "per necessità" anche sul piano didattico e della formazione, con esperienze a 360° (dal free-jazz alla worlds-music, alla classica contemporanea, al pop e al rock), con una dozzina di incisioni e una manciata di produzioni: un meditato eclettismo. Stefano Cupellini (Frascati, 1967) è un drummer dalla solida valenza artistica e con riferimenti consolidati, da Roberto Gatto a Trilok Gurtu, aperto ad una ampia gamma di orizzonti (dal pop, al reggae, al rhythm & blues). La struttura di "The Battle of Masks" è un costante richiamo alla necessità di potersi esprimere liberamente, per una dichiarata volontà a "non chiedere il permesso ad alcuno", ove le citazioni che noi abbiamo trovato sono innumerevoli (da Arvo Part a John Zorn). I titoli sono quanto mai evocativi e le suggestioni che abbiamo raccolto le srotoliamo così, come un papiro sonante ininterrotto.

 

 

marco dualNatural, la meditazione della terra, la ricerca di un orizzonte senza confini. Voices in the Dark, dove spuntano nuove fiamme sonore sulla cenere dei suoni già consumati. For all times warriors, esprime la rabbia della guerra, disegnata con il Moxeno Flute flauto. The battle of mask pare una cattedrale bombardata, il sax baritono che slancia in alto le braccia contorte, in un estremo tentativo (di salvezza?). Shadows: meditativo il Moxeno Flute; Cupellini ai drums disegnacolonna l'ondeggiamento dei corpi, raccolti in preghiera. Whistles Of Future, qui i ricami dei cymbals e del Moxeno Flute scrivono la partitura che sembra una rivolta: lance, archi, ma anche il fischio notturno di una coturnice assediata dal nibbio (il sax baritono). Paradoxical Democracy è la marcia dei diritti negati: ritmata dal rullante metronomico, dal richiamo del bass-clarinet, in una severa, civile armonia. Poi succede qualcosa, qualcuno esce dal StefanoCupellini_Webcorteo di suoni, e la marcia diventa corsa, prima ordinata poi confusa, disordinata. I richiami "all'ordine" sono violati: l'ultimo sussulto è un vano tentativo di conquistare gli spalti. Aural, con le sottolineature del baritono, il sax che cerca di nascondersi, ma non vi riesce; è un lamento continuo sul respiro in sequenza dei drums; poi il grido si slega, urta le pareti del suono che non vorrebbe imbrigliare. In un estremo tentativo di libertà.

Voto: 7/10
Luciano Viotto

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