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9 Ottobre 2013

Lilith and the Sinnersaints STEREO BLUES VOL.1- THE PUNK COLLECTION EP

2013 - Alpha South Records/Audioglobe/A Buzz Supreme
[Uscita: 21/10/2013]

lilithstereoblues1punk# CONSIGLIATO DA DISTORSIONI

 

Abbiamo già parlato su queste pagine dei Not Moving, garage band piacentina assurta al culto sia per la buona qualità dei dischi sia per le pregevoli esibizioni dal vivo, che esaltavano il carisma dei cinque componenti del gruppo. Dopo lo scioglimento la cantante Lilith (Rita Oberti) ha iniziato una carriera solista non prolifica ma qualitativamente buona: segnaliamo il primo CD “... lady sings love songs”, pubblicato nel 1992 e i recenti “The black lady and the sinnersaints” (2008) e “A kind of blues”(2012), incisi insieme a molti nomi di spicco dell' indie rock italiano. Se dopo il distacco dai Not Moving Lilith si era spinta in un'ulteriore ricerca delle radici del rock, con scelte sonore virate all'acustico, oggi la cantante decide di incidere un EP, primo di una serie di quattro, in cui omaggia il primo amore, il punk. I quattro EP però renderanno tributo a vari generi, quindi saranno  ripubblicati in un cofanetto intitolato “Metal box”, con un chiaro omaggio ai PIL, stampato in trecento copie numerate. Il primo omaggio è dedicato ai Bad Brains, furibonda hardcore band di Washington DC, che grazie anche all'ottima tecnica strumentale si cimentava anche nel reggae.

 

Sailin' on è trattata come un canonico blues con tanto di armonica. Questa è la cover più stravolta rispetto all'originale, dura più del doppio, i Bad Brains sparavano un ultrapunk sotto i due minuti, qui il ritmo è rallentato, le chitarre twangin' come nel west, ma la melodia si riconosce. (I'm) Stranded è la più classica canzone dei Saints, leggendarialilith formazione che insieme ai Radio Birdman aprì la strada alla magnifica generazione del punk e del garage australiano degli anni '80. Qui siamo nel territorio del punk più classico, energia da vendere, ma anche momenti di raffinatezza, con begli intrecci chitarristici. Con See no evil si passa ai Television di “Marquee Moon”, quello che per chi scrive e per molti altri della nostra generazione è uno dei dischi da isola deserta. La versione è molto fedele all'originale, solo leggermente incattivita. Chiude The sound of sinners, come potevano mancare i Clash? Con questa canzone la band si avventura in territori tra rockabilly e gospel. Rispetto all'originale le chitarre hanno un ruolo più preponderante. C'è anche una ghost track, un accenno di un altro straclassico del punk, Blank generation di Richard Hell and The Voidoids. Quattro canzoni molto belle eseguite ottimamente. La voce di Lilith col passare del tempo è maturata, si è fatta roca e fumosa, una Marianne Faithfull nostrana. Aspettiamo trepidanti i prossimi capitoli.

 

Voto: 8/10
Alfredo Sgarlato

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