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12 Gennaio 2013 ,

Umanzuki SONIC BIRDS

2012 - fromScratch, Eclectic Polpo, Spettro Records, Brigadisco Records, Ambient Noise Session, Have you Said Midi, Toten Schwan Records, Charity Press
[Uscita: 12/12/2012]

Umanzuki "Sonic Birds" Siamo al secondo EP per questo trio toscano che a distanza di un anno dal ben accolto "Pipes & Sugar" torna a darci un saggio del loro gradevole e originalissimo jazz core di avanguardia. Un lavoro in cui prevale nettamente la parte strumentale con pochissimi inserti vocali (la voce in falsetto richiama Angus Andrew dei Liars) ed in cui basso, chitarra e batteria imbastiscono un suono simbiotico, un intreccio mirevole, fondendosi e compenetrandosi. L'alchimia ritmica, sostenuta sempre da un filo conduttore che delinea ciascuno dei sei pezzi, consiste quasi in un ricamo, una montatura giocosa e quasi matematica che si sviluppa intorno al reiterarsi e al crescendo della linea di fondo stessa. Alambicchi fantasiosi, intrecci e armonie metronomiche, estensioni deragliate e ispiratamente free. In Rainbow c'è un'interazione tra percussioni e chitarra con lacerazioni di basso che dà quasi l'idea di una serie convulsa di piccole scosse elettriche perfettamente sincronizzate che finiscono per fondersi e dilatarsi in delay. In Light Cristal Bounce la batteria è percossa vorticosamente mentre una serie di folate siderali finiscono per disperdere il ritmo in una specie di palpito sparuto. Captain Orso è una pirotecnica esplosione di colori che si muove sulla granitica impalcatura delle corde e sulla tribalità ferina delle pelli.

 

Molto suggestiva è anche la tipologia di amplificazioni e l'interferenza di feedback che di volta in volta rendono quasi mutanti gli strumenti stessi in un gioco di trasformismi e scambio di ruoli di grandissimo impatto. Su tutte la title track Sonic Birds. Allo stesso tempo l'attitudine alla bassa fedeltà, le galoppate frenetiche e spumeggianti diluite in improvvisazioni noise psichedeliche, riescono a far convergere in un'equilibratura perfetta le spigolosità e le reiterazioni ossessive e stranianti. Si trovano quindi a convivere glacialità aliena e sanguigni richiami alla ritualità arcaica, istinto svincolato e armonie calibratissime. Golden Beard Bullseye ma in misura ancora maggiore Amazing Sun, rappresentano l'apoteosi della cacofonia ammaestrata, il pasticcio irriverente che dal caos rivela l'ordine, l'aggrovigliamento più contorto che diventa fluido scintillante e multicolore. Il disco è liberamente scaricabile e reso disponibile dalla cordata di etichette che ne ha reso possibile la realizzazione. Le premesse ci sono tutte per offrirci quanto prima un full lenght maturo e di grande qualità. Attendiamo fiduciosi.

Voto: 7/10
Romina Baldoni
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