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26 Novembre 2014 , ,

Silent Carnival SILENT CARNIVAL

2014 - Viceversa Records-Old Bicycle Records
[Uscita: 27/10/2014]

# Consigliato da Distorsioni

silentAscoltare dischi validi è esperienza abbastanza frequente, ma raro è invece trovare opere che ti sorprendano, che ti illuminino con una luce diversa e originale, una volta si sarebbe detto che ti fanno fare un salto sulla sedia. Ebbene questo debutto dell’artista Marco Giambrone, fotografo, pittore oltre che musicista - ha suonato nei Marlowe e Nazarin - è opera di tal fatta, ci si accorge subito di essere davanti a qualcosa di straordinario, proprio nel senso letterale di aldilà dell’ordinario, dell’ovvio, del già sentito. Silent Carnival, il moniker ossimorico che Giambrone si è scelto, si muove da viaggiatore della sperimentazione, alchimista elegante di suoni che dal suo pentolone ribollente escono liberi, felici e profondi. Liberi perché spaziano tra influenze diverse, mescolando e tirando fuori soluzioni inedite e personali, felici perché vibrano della gioia della scoperta e della creazione, profondi perché entrano in contatto con la parte più nascosta dell’animo. Registrato in un’antica casa nelle campagne di Racalmuto, interno della Sicilia, con lo studio mobile L’Argent di Carlo Natoli - oltre che produttore qui suona banjo e dulcimer - il disco sembra prender linfa non tanto dalla Sicilia solare dei suoi cieli azzurri e del suo mare, ma da quella sotterranea, misteriosa, inquieta, in dialogo perenne con l’assurdo e con la morte, quella dei miti greci, del barocco, di Pirandello e Sciascia. La musica di Silent Carnival non è facilmente definibile, ricca com’è di suggestioni diverse, fondamentalmente si nutre di atmosfere gotiche, dark che colorano di scuro un post rock in cui lo slowcore di band come Codeine e Low incontra suoni industriali, drone e percussioni spettrali. 

 

silent1La voce di Marco Giambrone, dal tono monocorde, ricorda a tratti band desertiche come Black Heart Procession o Willard Grant Conspiracy, mentre un ruolo importante e suggestivo assumono i cori che ammantano di fascino e mistero le armonie.Ma se un nome dovessimo tirar fuori questo è quello dei Current 93 di David Tibet cui l’accomuna la ricerca per i suoni acustici del folk, il non farsi imprigionare in schemi, una certa aria esoterica che si respira, e soprattutto il voler manifestare attraverso la musica i suoni, i rumori il disagio del vivere e l’impossibilità di conciliarsi con un esistente che si riconosce altro e perverso. Disco di profonda spiritualità che proietta in una dimensione atemporale in cui perdersi e lasciarsi trasportare dal flusso sonoro della musica, in un vortice di emozioni e sensazioni. L’uso di una vastissima gamma di strumenti, acustici, elettrici, elettronici, suonati da un eccellente insieme di collaboratori, amplia e arricchisce lo spettro delle sonorità rendendo l’intero album un’esperienza variegata e mai stanca. Dallo slowcore in cui sprofonda l’ipnotica Carrying The Fire ai bagliori industrial di Crying Dance, dalle distorsioni dilatate che si dissolvono nell’incanto mistico dei cori femminili e del recitato di Restless Love a June che si snoda ossessiva come una lenta nenia malinconica, dall’antro di rumori sordi e tenebrosi in cui proietta Existence alla glaciale ed evocativa Gare du Nord. Un album bellissimo ed emozionante, un’altra perla che ci arriva dalla sempre più sorprendente scena musicale siciliana. Il disco esce soltanto in un bel vinile il cui artwork è curato dallo stesso Giambrone e ovviamente in digitale.

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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