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La Piramide Di Sangue SETTE

2014 - Boring Machines/Sound of Cobra Records
[Uscita: 30/04/2014]

piramide di sangue# Consigliato da Distorsioni

 

La Piramide Di Sangue è un collettivo che proviene da Torino ed è formato da 7 componenti (un batterista, due chitarristi, due bassisti, un synth e un clarinetto).  Escono dopo due anni dal “Tebe EP”, sempre per la Boring Machines di Onga e ribadiscono l’amore per i trip psichedelici, le melodie dell’area mediterranea e i fuzz. La Piramide Di Sangue definisce il nuovo “Sette” come “un trip stoner arrostito al sole sia per le matricole funky che per i veterani psichedelici”. Continua quindi il felice connubio della musica psichedelica italiana con le tradizioni esoteriche del mediterraneo arabo: basti pensare al clarinetto, ai synth, alle chitarre che in ogni canzone scandiscono ripetitivi e trasognate scale che ci immagineremo scappare fuori dai fiati di un incantatore di serpenti.

 

Così, le 7 tracce alternano momenti più psichedelici (Bagnati Dall’Acido) a tirate hard (Jetem,) fino a perdersi in tribalismi sciamanici (Non è mia è di Dio, Aperti Alle Sette) oppure mischia semplicemente questi tre elementi insieme in Reggio Galassia, dove il sabba arabeggiante incontra la spigolosità stoner e la psichedelia più acida, mentrepiramide di sangue Esoterica Porta Palazzo calma gli animi bollenti in un intermezzo più funky e ritmico. La conclusiva La Guerra Non Finirà riprende l’andamento tribale del brano precedente ma a metà si dilata in uno spazio riservato ai droni, alle dilagazioni chitarristiche mentre il clarinetto insiste su un raga ipnotico. Sette è un disco che mostra ancora una volta le grandi potenzialità della scena psichedelica italiana: essa è un territorio di esplorazione dove si guarda ad orizzonti “altri” rispetto alla musica occidentale, dove terreno d’indagine è l’Africa o l’Oriente (Cannibal Movie, Donato Epiro, Squadra Omega, Mamuthones, Bemydelay, In Zaire) che offre spunti per un nuovo tipo di magnetismo psichedelico, recupera mondi, immaginari, scenari che sono ben più vicini alle tradizioni italiane di quanto non lo sia la musica anglofona. C’è vita in Italia.

 

Voto: 8/10
Ruben Gavilli

Audio

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