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12 Maggio 2013 ,

3fingersguitar ROUGH BRASS

2013 - Marsiglia Records/DreaminGorilla Records
[Uscita: 19/03/2013]

3fingersguitar “ROUGH BRASS” (19 marzo 2013 Marsiglia Records/DreaminGorilla RecordsCon questo EP torna il progetto solista di Simone Perna, già batterista dei Vic Larsen, formazione savonese di cui purtroppo non ho più notizie: avevo apprezzato molto in concerto il loro raffinato suono di matrice Louisvilliana. Il precedente lavoro, intitolato “#1”, datava ormai 2010. Simone nel proprio lavoro solista si dedica alla chitarra, affiancato nei concerti dal batterista dei Washing Machine Simone Brunzu. Nel disco abbiamo solo cinque brani, però di durata piuttosto lunga. La scelta compositiva si situa a metà tra sperimentazione e cantautorato, i testi sono ancora in inglese, scriviamo ancora poiché il musicista annuncia la volontà di passare all'italiano. L'iniziale Spies parte con un insistito giro di chitarra su cui si innesta un cantato/recitativo nervoso di stampo no wave. Quindi si sommano altre chitarre, trattate e distorte e la batteria. Più sognante la successiva Polka dot shirt in cui le chitarre, eteree e alterate dagli effetti, disegnano atmosfere soffuse su cui la voce sussurra. Siamo vicini a proposte musicali tipiche dell'underground americano di inizio millennio, di quelle che venivano frettolosamente definite post rock dalle riviste.

 

Similare il brano seguente, sempre basato su chitarre rarefatte e ripetitive, su cui si innesta una cover irriconoscibile, se non per il testo, di Sister midnight dal capolavoro immortale di Iggy Pop "The Idiot". Più breve rispetto agli altri brani Mirror of stars, con una maggiore presenza della voce, che però è sempre su registri quieti, così come la base musicale. La conclusiva Lying down in your perfection, registrata del vivo, vede la presenza di Alessandro Battistini alla seconda chitarra. Qui acustica e elettrica suonata con un glissando floydiano si fondono in maniera ipnotica. In tema anche la copertina, con una bella foto in bianco e nero di un paesaggio industriale, grafica di Massimo Bressan che ha anche registrato e mixato il disco. Un disco gradevole, specialmente se amate il suono delle chitarre in tutte le sue possibilità (eccetto quelle ultradistorte di marca hard) e siete legati alle sonorità provenienti da Louisville e Chicago. Un uso più incisivo della voce però gioverebbe ulteriormente, aumentando le potenzialità del progetto, che comunque si rivela interessante e lontano da abusati clichè della musica indipendente. 

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato
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