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28 Settembre 2012 , ,

AA.VV. ONE OF MY TURNS, A TRIBUTE TO PINK FLOYD

2012 - Mag Music
[Uscita: 17/09/2012]

AA.VV. “One of My Turns, a tribute to Pink Floyd” (Mag Music 17 Settembre 2012Caldamente consigliato da DISTORSIONI

 

Ma c’era proprio bisogno dell’ennesimo album di covers dei Pink Floyd? Ma era proprio il caso, di prendersi il rischio di andare a scomodare delle autentiche icone dell’immaginario musicale rock di tutti i tempi, mettendo in atto un confronto tanto pericoloso e insidioso? Se risulta piuttosto semplice capire la bontà di iniziative di recupero e rivalutazione di band cadute nell’ombra, come nei due precedenti casi “Generazioni” (Santo Niente) e “Simmetrie” (Scisma) è sicuramente più intrigato riuscire a spiegare cosa abbia mai spinto l’indiscusso acume di Marco Gargiulo a cimentarsi proprio con la leggenda Pink Floyd. Nell’ascoltare questo lavoro ripetutamente mi vengono in mente due risposte, le sole possibili, quanto ovvie, dettate dal cuore e a scanso di ogni logica che qui diventa superflua e inopportuna. Questo disco è un atto di amore.

 

Un amore infinito, un po’ scanzonato e forse anche adolescenziale, per la band che più di ogni altra ci ha regalato emozioni e ci ha donato formazione ed educazione musicale. Un amore verso la creatività e la follia in generale. Qui nello specifico potremmo dire verso le svariate band nostrane che ‘offrono’ i loro talenti e le loro specifiche espressività per farsi conoscere e suscitare attenzione. E’ chiaro che a questo punto la priorità e le prospettive cambiano, e di molto. Sarebbe veramente sciocco stare a dire come e quanto i Pink Floyd vengano distorti, o come gli originali siano sempre i migliori o calibrare le esecuzioni per dire dove difettino o dove esuberino. Stiamo parlando di passione, di dono, di un gesto bello che si tributa per amore. Ed a questo punto il termine ‘tributo’ ha una valenza unicamente devozionale, si spoglia da ogni pretesa di compiere un’esercitazione di bravura o di ‘volersi misurare con’.

 

Questo disco si può liberamente scaricare e si può liberamente dibattere, se volete anche tecnicamente criticare. Se poi lo apprezzate però fate anche il favore di acquistarlo, per avere una prelazione sulla futura scoperta di talenti a venire. Sempre doverosamente ringraziando la bontà e la generosità della Mag Music che sa osare simili iniziative. A Violet Pine offrono una re-interpretazione (la parola più consona) di Embryo, conferendo un’atmosfera trip-hop molto intimistica e raffinata, sequencer, synth e lievi tocchi strumentali ben calibrati per dare sfumature di rarefatta evanescenza. OfeliaDorme riescono a mantenere le trame di psichedelia sognante di Bike ma apponendo squarci irruenti con sferzate abrasive in modalità heavy interrotte da black out di decadente minimalismo. Astronomy Domine lacerata dalla visceralità stoner dei bolognesi Dune ci offre autenticamente una visuale diversa e originalissima su come distorcere e rimanere piacevolmente accattivanti.

 

Tasselli di eclettica giocosità, schegge pazze, dall’improvvisazione ambient folk di Pigs (Theree Different Ones) alle contorsioni acide e metalliche di Have a Cigar finendo col mellotron esotico e l’ipnosi onirica di Julia Dream e le diluizioni progressive di Echoes part 2. Potremmo dire semplicemente "One of my turns" o gli isterismi creativi latenti in ognuno di noi. L’entusiasmo bambino, l’evasione, l’esplosione incontrollata e a volte sgangherata, la semplice voglia di urlare la propria unicità. Ma ditemi voi, che cosa c’è di più maledettamente vicino allo spirito più vero del magico Fluido Rosa?

Romina Baldoni

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